Sono settimane decisamente movimentate a livello politico, sia sul piano interno sia – soprattutto – internazionale. La rapida sequenza di eventi a cui stiamo assistendo potrebbe modificare in modo radicale lo scenario globale, e ridefinire schemi e alleanze in modo trasversale in molti paesi, compreso il nostro. Non è affatto da escludere che queste evoluzioni portino con sé conseguenze di rilievo anche negli assetti politici italiani, anche se ad oggi non si avvertono (ancora?) particolari effetti. Ad ogni modo, la Supermedia dei sondaggi di oggi conferma da un lato un quadro sostanzialmente stabile rispetto alle ultime settimane, dall'altro fa emergere alcune tendenze che potrebbero essere tenute d'occhio.
Nella “classifica” dei partiti, come avviene ormai ininterrottamente dalle elezioni europee dello scorso anno, non ci sono variazioni. Fratelli d'Italia resta saldamente in testa poco al di sotto del 30% (in linea sui valori delle ultime settimane), ma il calo del Partito Democratico costituisce una piccola sorpresa. Non tanto per l'entità del calo (meno di mezzo punto in due settimane), quanto per il fatto che era da esattamente 3 mesi che il PD non scendeva sotto il 23%.
Speculare a questa tendenza negativa per i democratici è invece quella – positiva – dei piccoli partiti del centro lib-dem, in particolare Italia Viva (il cui 2,7% odierno è il miglior dato registrato da quando si è sciolto il cartello elettorale degli Stati Uniti d'Europa) e Azione, che torna a sfiorare il 3% in concomitanza con la riconferma a segretario di Carlo Calenda dopo il voto degli iscritti (competizione in cui il fondatore ha sconfitto la deputata Giulia Pastorella).
Come interpretare questi dati di fronte allo scenario internazionale?
Una chiave di lettura potrebbe essere legata al posizionamento dei partiti (e in particolare del PD) in merito all'attivismo internazionale di Donald Trump. Anche se gli ultimi sviluppi relativi alla guerra in Ucraina sono ancora troppo recenti per aver prodotto qualche effetto sui sondaggi su cui si basa la Supermedia di oggi, non è un mistero che i partiti italiani hanno posizioni molto diverse, da un lato sull'atteggiamento verso la nuova amministrazione americana, e dall'altro sul sostegno all'Ucraina. Se la vicinanza al nuovo presidente americano va a creare una linea di frattura che sostanzialmente ricalca quella tra maggioranza e opposizione (con Forza Italia e Movimento 5 Stelle che hanno posizioni più “tiepide” degli altri partiti delle rispettive aree), quando si parla di sostenere convintamente Kjiv contro l'invasione russa si creano due fronti trasversali: da un lato FDI, Forza Italia e partiti di centro, e dall'altro M5S, Lega e AVS, con il PD in una posizione centrale a causa delle diverse “sensibilità” al proprio interno.
In assenza di altri elementi, quindi, l'ipotesi è che il PD possa rischiare di perdere consensi verso quei partiti (come IV e Azione appunto, ma anche +Europa) che sul sostegno all'Ucraina, anche di tipo militare, hanno una posizione molto più intransigente, e di certo in aperto contrasto con quella espressa, proprio ieri, dal leader del M5S Giuseppe Conte, che ha sostanzialmente sposato la linea di Trump. Linea, quest'ultima, che peraltro gli italiani in larga parte non condividono, come mostrano diversi sondaggi recenti, e che addirittura per certi versi temono. Lo conferma l'ultimo sondaggio di Euromedia, secondo cui il 47,8% degli italiani non ama il decisionismo di Trump in politica estera (contro un 34,6% che lo apprezza) e addirittura il 52,1% che ritiene l'amministrazione Trump un “pericolo” per la stabilità internazionale.
Nella media dei sondaggi elaborata da @POLITICOEurope la CDU-CSU è in testa con il 29% contro il 21% di AfD. Entrambi i partiti sarebbero in crescita rispetto al 2021, mentre tutte le tre forze del Governo Scholz sarebbero in calo: SPD al 16%, Verdi al 13% e FDP al 4%. pic.twitter.com/Zn63VK1h7z
— Youtrend (@you_trend) February 19, 2025Parlare di effetto diretto delle vicende politiche statunitensi sull'opinione pubblica di un paese europeo come il nostro può sembrare una forzatura, ma così non è. Ne è un esempio proprio la Germania, dove questa domenica si voterà per le elezioni legislative e dove il partito di estrema destra AfD (Alternativa per la Germania) è in seconda posizione nei sondaggi con oltre il 20% dei consensi. Una crescita “accompagnata” (se non addirittura favorita) dallo scatenato supporto di Elon Musk e dell'impatto che la sua piattaforma social X (fu Twitter) ha avuto sull'agenda mediatica durante questi ultimi mesi.
Secondo le ultime proiezioni, tuttavia, l'appoggio esplicito di Musk al partito di Alice Weidel sembra non essere sufficiente a far vincere le elezioni all'estrema destra: quasi certamente, il primo partito con poco più del 30% dei voti sarà quello dei cristiano-democratici di Friedrich Merz, che dovrà cercare alleati nel nuovo Parlamento per ottenere una maggioranza ed essere nominato nuovo Cancelliere, ma che ha già escluso seccamente qualsiasi accordo con l'estrema destra di AfD. Ma non vi è dubbio che un risultato a sorpresa nelle elezioni tedesche potrebbe imprimere un'ulteriore impulso agli orientamenti politici anche in altri paesi europei, compresa – ovviamente – l'Italia.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 6 al 19 febbraio, è stata effettuata il giorno 20 febbraio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demos (data di pubblicazione: 14 febbraio), EMG (13 febbraio), Euromedia (18 febbraio), Quorum (13 febbraio), SWG (10 e 17 febbraio) e Tecnè (8 e 15 febbraio). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.