I Consiglieri Comunali si dimettono, a Taranto si torna alle urne

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AGI - "Auguro a questa città ogni fortuna. Bisogna fare un po' di attenzione a selezionare la classe dirigente perché poi non sempre è facile compiere i tanti e complessi miracoli che abbiamo compiuto noi in questi anni in questo clima continuo di divisioni e di aggressioni. Questa divisione, questa schizofrenia continua, endemica, è ciò che poi consente ad altre intelligenze, ad altri poteri, a Bari e Roma, di sopraffare sempre gli interessi di questo territorio. Non impariamo mai la lezione". Lo ha detto il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dopo la formalizzazione delle dimissioni da parte della maggioranza dei consiglieri comunali che determinerà lo scioglimento del consiglio.

 

Le dimissioni sono, infatti, irrevocabili. I consiglieri comunali questa mattina hanno depositato e protocollato le 17 firme necessarie ad avviare la procedura di scioglimento anticipato del Consiglio comunale e quindi la decadenza dell'amministrazione. "Non potevamo più tollerare l'incapacità nella gestione della macchina comunale ormai impantanata, che ha provocato il commissariamento del Comune sui Giochi del Mediterraneo, arrivato a causa dell'inerzia di chi guidava il Comune" dice il Pd di Taranto con Anna Filippetti e Giuseppe Tursi. E per Fratelli d'Italia il deputato Dario Iaia sostiene: "Ricordiamo a chi oggi vuole rifarsi un'immagine che a fallire non è stato solo l'ex sindaco, ma il progetto politico del Partito Democratico e del M5S. Entrambi, infatti, hanno sostenuto Melucci e condiviso le azioni di quest'ultimo, partecipando alle scelte adottate ed alla prebenda delle poltrone".

E Massimiliano Di Cuia, consigliere regionale di Forza Italia, afferma: "Oggi è un giorno importante per Taranto: è caduta l'amministrazione Melucci dopo una lunga agonia che ha impedito alla giunta comunale di avviare qualsiasi iniziativa utile alla comunità. Un immobilismo che ha costretto noi consiglieri di opposizione a compiere un atto forte, ma non avevamo alternative". 

 

La storia si ripete, dunque, per Melucci, ex Pd. Come già avvenuto a novembre 2021, anche stavolta sarà costretto a lasciare Palazzo di Città. Già l'anno scorso i consiglieri tentarono di mandarlo a casa con lo stesso sistema, ma non centrarono il risultato perché alla fine mancò una firma. Melucci è stato rieletto sindaco a giugno 2022 col 60 per cento dei voti (la prima elezione risale invece a giugno 2017). Allora era in quota Pd e guidava un'alleanza di centrosinistra.

Poi ha lasciato il Pd e anche la sua maggioranza ha cambiato segno politico. I Dem ne sono usciti. Del secondo mandato, Melucci ha compiuto solo meta' tragitto, perché centrosinistra e centrodestra, con una manovra forse pensata da tempo ma allestita nelle ultime ore, si sono coalizzati e l'hanno mandato a casa anzitempo. Ai rappresentanti dei due schieramenti che avevano raccolto 15 firme, si sono aggiunti due consiglieri usciti dalla maggioranza del sindaco, Vittorio Mele e Michele Patano, e questo ha consentito di raggiungere le 17 firme. Che in seguito sono divenute 19 perché' anche altri due consiglieri della maggioranza del sindaco, l'ex Italia Viva Massimiliano Stellato e l'ex pentastellato Mario Odone.

 

Aver protocollato le firme prima del 24 febbraio, dovrebbe consentire a Taranto di avere - una volta formalizzata la procedura - un commissariamento breve e tornare al voto gia' in questa primavera. Anche per questo è stata accelerata la raccolta firme, cioè evitare una lunga vacanza amministrativa, tanto più che la città - una delle più grandi del Sud - è alle prese con partite complesse: dalla vendita dell'ex Ilva ai Giochi del Mediterraneo del 2026, dalla crisi del porto e la nuova governance dell'Autorita' portuale alla scelta di Taranto come hub prioritario, insieme ad Augusta, per la costruzione delle grandi strutture dell'eolico offshore. E poi lo stato delle bonifiche, l'attuazione del Just Transition Fund (800 milioni per favorire a Taranto transizione e riconversione) e il riavvio del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis). E comunque, oltre all'intreccio dei nodi sociali ed economici, le comunali di Taranto, seconda città della Puglia dopo Bari, incroceranno anche le elezioni regionali pugliesi che vedono uscire Michele Emiliano da dieci anni da governatore. 

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