AGI - È in programma per domani, mercoledì 5 febbraio l'informativa alle camere sul caso Almasri dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Prima alla Camera e poi al Senato. Sulla vicenda 'Almasri' entrambi ribadiranno concetti già ripetuti: l'esecutivo si è sempre mosso nell'interesse del Paese per difendere la sicurezza nazionale. Sarà dunque una rivisitazione, in maniera più dettagliata, di quanto già spiegato: il generale libico è stato subito espulso perché ritenuto pericoloso, aveva già detto il responsabile del Viminale.
"E ora bisogna voltare pagina, basta con questo scontro permanente", è l'input del governo. Ma in realtà il clima resta infuocato, "bisogna mandarli a casa", dice un 'big' del Movimento 5 stelle che sogna la spallata all'esecutivo. Nella maggioranza si preparano a intervenire nell'emiciclo i capigruppo che faranno ovviamente sponda ai responsabili dei dicasteri chiamati a riferire dopo che la premier aveva preso tempo. E si prevede un'altra battaglia tra gli schieramenti, non a caso la maggioranza ha fatto riferimento all'intervista di Marco Minniti che ha parlato di sicurezza nazionale, sottolineando come la Libia sia strategica.
Il centrodestra è pronto pure a fare il nome di Massimo D'Alema per ricordare come, quando era premier, abbia fatto prevalere la ragion di Stato. Il governo ha deciso di non apporre il segreto di Stato, ora si attende di capire se e cosa il sottosegretario Mantovano dirà al Copasir. "Come avevamo detto la scorsa settimana il governo non scappa, non scappa dal Parlamento, serviva solo una piccola sospensione temporale dovuta alla necessita' di approfondire quanto era successo", ha spiegato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Oggi nella conferenza dei capigruppo a Montecitorio il muro contro muro è stato sulla necessità o meno di dare l'ok alla diretta tv all'informativa. La maggioranza ha preferito in un primo momento evitare di alzare un nuovo clamore mediatico, da qui il no e l'affondo dell'opposizione, "ma di cosa hanno paura?", l'interrogativo. Proprio per cercare di abbassare la tensione si è deciso di dare l'ok a palazzo Madama, "sarà la diretta tv meno vista della storia", ironizza l'azzurro Maurizio Gasparri.
Mentre la premier rilancia sul tema dell'immigrazione, facendo riferimento all'inchiesta della Dda di Salerno, che ha portato a 36 indagati, tra cui il tesoriere del Pd campano, e "svelato oltre 2mila richieste false di permessi di soggiorno". "Per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli - sottolinea il capo dell'esecutivo -. Un sistema che speculava sull'immigrazione, sfruttando cittadini stranieri disposti a pagare pur di ottenere un permesso di soggiorno e alimentando un giro d'affari illecito da milioni di euro", aggiunge Meloni ricordando di aver presentato "un esposto all'Antimafia per fare luce sulle troppe anomalie di questo sistema".
Sullo sfondo i prossimi appuntamenti cerchiati in rosso: il 10 febbraio si voterà la mozione di sfiducia al ministro Daniela Santanchè, ma il responsabile del Turismo - al di là se ci sarà o meno un incontro con la premier - per ora verrà 'blindata'. Poi il 13 febbraio è previsto il voto sull'elezione dei giudici mancanti della Consulta: racconta un 'big' del Pd che il dossier potrebbe sbloccarsi presto, "si deve affinare solo l'intesa sul quarto giudice che sarà una donna", spiega la fonte, "ma dipende tutto dal clima in Parlamento".
Gli altri nomi certi sono Francesco Saverio Marini (in quota Fdi), il costituzionalista Massimo Luciani (in quota opposizione) e ci sarebbe un 'ballottaggio' in corso tra l'avvocato Gennaro Terracciano e l'ex senatore forzista Roberto Cassinelli (in quota FI). Resta al palo la trattativa sulla presidenza Rai. Anzi, sull'insistenza della maggioranza di non partecipare alle riunioni della commissione di Vigilanza di viale Mazzini il Movimento 5 stelle sta pensando a un'altra iniziativa: un appello delle forze dell'opposizione chiederà alla presidente Floridia una nuova convocazione; se il centrodestra dovesse disertare ancora l'orientamento è rivolgersi direttamente ai vertici istituzionali. Domani intanto ci sarà il voto di fiducia alla Camera sul dl Cultura, mentre al Senato la discussione è sugli emendamenti segnalati al Milleproroghe (il ddl sicurezza approderà a marzo).
Al momento la maggioranza non prevede ulteriori mosse in tema di giustizia: domani in Commissione al Senato si terra' la relazione sulla separazione delle carriere, alla Camera si punta a portare per fine mese in Aula la riforma della Corte dei conti per poi accelerare sulla stretta sulla durata delle intercettazioni (dopo l'ok del Senato). Domani la Fondazione Luigi Einaudi presenterà un disegno di legge per la modifica dell'articolo 68 della Costituzione, ma al momento non e' prevista alcuna iniziativa sul tema da parte dei parlamentari della maggioranza.