Verdone: "Non smetterò di fare film come nella serie"

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AGI - "Nella terza stagione sono stanco di fare film e accetto l'ultima cosa che farei nella vita, neanche sotto tortura: il direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo". Lo dice alla Festa del cinema di Roma Carlo Verdone, presentando alla stampa la terza stagione di 'Vita da Carlo', in onda da sabato 16 novembre su Paramount+, le cui prime due puntate saranno proiettate domani alle ore 19.30 in Sala Sinopoli all'Auditorium Parco della musica. Nella serie vuole lasciare il cinema. Ma in realtà, dice il regista, "io il cinema non lo lascio. La serie è nata durante il Covid e adesso inizio anche a girare la quarta e ultima stagione. Ma poi torno al cinema. L'importante - aggiunge - è avere sempre entusiasmo".

 

"Io a Sanremo? Non sarebbe il mio lavoro"

In quanto al ruolo di presentatore del Festival di Sanremo, Verdone rivela che "non sono mai stato contattato per condurre il festival, solo una volta mi hanno chiesto di fare il conduttore per una sera ma ho declinato. Ho invece fatto parte tre volte della giuria di qualità - aggiunge - anche se il nostro voto non è mai servito. Chissà come mai", aggiunge.

 

 

"Penso che dirigere Sanremo non sia il mio lavoro - dice ancor Verdone, tornando a parlare della serie tv e di Sanremo - probabilmente sotto tortura lo farei, pero' non sarei felice, lo farei ingessato. Non ho quei trucchi del mestiere che hanno Conti, Amadeus, Bonolis, loro lo fanno da una vita e hanno una certa empatia con il pubblico, sanno cosa funziona, cosa non funziona, a me invece queste cose mi creerebbero soltanto dei problemi".

"Io posso fare, anche su un grosso palcoscenico, uno spettacolo mio, di cose mie, ma eccitare il pubblico in maniera, diciamo così, da conduttore, mi verrebbe finto. Proprio non lo saprei fare. Loro sono bravi, sono bravissimi - prosegue - è un lavoro difficile quello, non è un lavoro facile".

Condurre un programma come Sanremo e fare addirittura il direttore artistico che sceglie le canzoni ha molte implicazioni. Prima tra tutte la necessità di avere rapporti con artisti e con i discografici. Su questo punto, però, Verdone è convinto che a differenza di quello che succede in 'Vita da Carlo 3', "non ci cadrei, starei molto attento, non farei l'errore che ho fatto nella serie, dove faccio un errore, una scivolata, e vengo subito lapidato in maniera eccessiva. No, starei più attento, sarei più lucido, però sarei anche un po' finto, sarei un po' un manichino. Insomma - conclude - non sentirei di essere Carlo Verdone libero". 

 

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