Separazione delle carriere in magistratura, c'è il via libera finale del Senato

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AGI - Via libera finale del Senato alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. I voti a favore sono 112, i contrari 59, e 9 astenuti. La riforma viene approvata in quanto il via libera ha incassato la maggioranza assoluta richiesta dalla Costituzione per le seconde letture dei due rami del Parlamento. Con il voto di Palazzo Madama si concludono quindi le quattro letture conformi previste dalla Costituzione.

Un lungo applauso, tutti in piedi: i senatori della maggioranza di centrodestra esultano per il via libera definitivo del Senato alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. Baci e abbracci tra i senatori, ma anche nei banchi del governo dove è seduto, sin dall'avvio di seduta, il Guardasigilli Carlo Nordio, che riceve le strette di mano e gli abbracci dei colleghi di governo, tra cui Ciriani, Calderoli, Zangrillo, Santanchè e Musumeci.

La protesta delle opposizioni

Protesta delle opposizioni nell'Aula del Senato subito dopo l'approvazione del ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. "No ai pieni poteri", si leggeva sui cartelli esposti dai banchi della minoranza.

Il commento dell'Unione delle Camere Penali

"Oggi è giunto il sì definitivo del Parlamento italiano alla legge di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. Fin dall'entrata in vigore del codice accusatorio nel 1989, l'Unione delle Camere Penali Italiane ha sostenuto con determinazione la necessità di questo intervento legislativo, volto a garantire una giustizia realmente imparziale e a restituire piena indipendenza e autorevolezza alla magistratura". Lo dichiara il presidente dell'Unione delle Camere Penali, Francesco Petrelli, sottolineando come "la separazione delle carriere non è un atto contro qualcuno, ma un passo avanti verso uno Stato di diritto più equilibrato, nel quale ciascun potere eserciti la propria funzione nel rispetto delle garanzie e delle libertà individuali e costituzionali".

La lunga battaglia per la riforma

Petrelli, in una nota, ricorda le tappe di questa "lunga storia" e "battaglia identitaria": "Siamo scesi nelle strade e nelle piazze nel 2017 per spiegare ai cittadini l'importanza di una riforma per una giustizia più giusta, nell'interesse del cittadino e della democrazia liberale, raccogliendo oltre 72mila firme per presentare in Parlamento il disegno di legge di iniziativa popolare sulla separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri. Da quella mobilitazione, nata dal basso e sostenuta con convinzione da tutta l'avvocatura penalista - prosegue il presidente dell'Unione delle Camere penali - ha preso avvio un percorso lungo e coerente che oggi trova il suo compimento".

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