Una vecchia, goffa, bruttarella che per ingannare le attese burocratiche, dopo miliardi di anni di onorata carriera passata a sterminare commercialisti, dinosauri, piante, …ma che giunta alla conclusione che l'uomo sa far bene anche da sè con droghe, alcol, fumo, carne rossa, automobili, stress, capitalismo, l'intelligenza artificiale… forse la pensione non è un'utopia.
Ma nell'attesa, la Morte prova ad abituarsi a una vita in società, dopo aver passato millenni alla sua eliminazione scientifica. E così inizia a frequentare un gruppo di preghiera, che dietro ogni padre nostro si celano le invidie e le acredini di una vita di provincia. Di donne troppo imbellettate e palestrate per la propria età, della riffa di parrocchia e del viaggio premio a Roma (terra di Papi e tentazioni). Prova anche a innamorarsi Maria, di un paninaro, con la passione della poesia, tale Antonio Panini… che preferisce lasciare la relazione sospesa, nel non detto, consumata in ristoranti ai bordi delle autostrade. Inutile dire che nel pollaio del gruppo di preghiera, lui è il gallo più ambito e conteso.
In questa descrizione dell'assurdo, delle manie e dei tic dei nostri tempi, che a Muzzopappa riesce sempre benissimo, il romanzo sul finale si tinge anche di una punta di giallo. In una rivincita che anche la Morte in questo mondo di umani si prende. La pensione? Ecco questo è un altro punto “giallo”, dove la soluzione trovata dallo scrittore sopisce gli impulsi più nascosti provati da ciascuno di noi di fronte alla burocrazia e segna una sorta di riscatto collettivo.
Muzzopappa con questo libro si conferma uno scrittore unico nel suo genere. Uno dei pochi capaci di affrontare l'attualità con un piglio ironico e sfrontato. Rispetto agli altri libri, si ride, ma alla fine si riesce a provare empatia anche per questa vecchina… anche se si tratta della Morte. Un'altro miracolo targato Muzzopappa.