AGI - "Sono stato a colloquio con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano 'La Stampa': mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all'organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata". Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano dopo il colloquio di un'ora e mezza avuto a Palazzo Chigi con la premier.
Inutile dire che le parole di Sangiuliano - da giorni al centro del dibattito politico per il 'caso' della presunta consulente originaria di Pompei - continuano a non convincere gli esponenti dell'opposizione. Se Matteo Renzi e Carlo Calenda chiedono le dimissioni del ministro, Sandro Ruotolo, responsabile Informazione della segreteria nazionale Pd, pone un interrogativo: "Chi mente? Lui, Sangiuliano, o lei, Maria Rosaria Boccia, che giura, con quelle che considera le sue pezze d'appoggio, di essere una consulente del ministro in questione? Lo spettacolo è veramente indecoroso. Tra gaffes e ambiguità varie non è il caso di dividersi tra Genny e la Boccia. La verità è che questo ministro non è all'altezza e non è credibile. Di Genny che definisce Dante Alighieri padre della destra, dei libri non letti, di Times Square e dei 250 anni di Napoli vorremmo non occuparcene più".
Sul caso Sangiuliano, sono intervenute anche fonti del Quirinale per precisare che il presidente della Repubblica "non ha avuto stamane alcuna telefonata con la presidente del Consiglio in merito alla vicenda che coinvolge il ministro della Cultura".
La stessa Meloni, ospite ieri a "4 di Sera" su Rete4, aveva espresso il suo pensiero: "Io ho parlato con Sangiuliano soprattutto per le questioni che interessano il profilo del governo. E il ministro mi dice che effettivamente aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell'incarico, per chiarire alcune questioni. Mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato, particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona. Queste cose mi interessano per i profili di governo - ha aggiunto Meloni -. Il gossip lo lascio ad altri e non credo debba commentarlo io".