Rinnovo vertici Rai, il centrodestra cerca l'intesa

3 mesi fa 99

AGI - Mentre l'opposizione continua ad attaccare la premier Giorgia Meloni per i contenuti della lettera inviata alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sullo stato dell'informazione, in particolare sulla Rai, nel centrodestra resta ancora da sbrogliare la matassa per il rinnovo dei vertici di viale Mazzini. Le Camere sono impegnate nella conversione dei decreti (a Montecitorio il dl infrastrutture e quello sulle materie prime, a palazzo Madama il dl carceri e quello sulla protezione civile), Fratelli d'Italia insiste sulla necessità che si trovi uno spazio, da qui alla pausa estiva, per le votazioni riguardanti i membri del Consiglio di amministrazione della Rai.

Per quanto riguarda la maggioranza due dovrebbero essere di riferimento Fdi, uno della Lega, un altro di FI, ma tra le forze che sostengono l'esecutivo non c'è ancora intesa sul da farsi. Al momento non sono state fissate riunioni di capigruppo alla Camera e al Senato per affrontare eventualmente il dossier anche se Fratelli d'Italia e Forza Italia insistono sulla importanza di sbloccare l'impasse. C'è ancora in piedi un'ipotesi che il tema possa essere affrontato mercoledì, ma a Montecitorio già la scorsa settimana Fdi ha provato a inserire l'argomento Rai nel calendario, con la Lega che ha frenato.

Una fonte del partito di via Bellerio spiega che il nodo deve essere sciolto dai leader. Si sta lavorando per un'accelerazione ma la stessa fonte sottolinea come in mancanza di concreti passi avanti nella trattativa non ci sono le condizioni per una 'exit strategy' entro agosto. Al momento per il rinnovo dei vertici dell'azienda di viale Mazzini i nomi in ballo restano quello di Giampaolo Rossi per la figura dell'ad e di Simona Agnes per la presidenza, il primo indicato da Fdi, la seconda da FI.

"Se FI spinge rischia di far fare una brutta figura a quest'ultima" perché - rimarca la stessa fonte 'ex lumbard' - i voti in Vigilanza non ci sono, considerato che dovrebbe mancare la sponda dell'opposizione. E - il 'refrain' nella Lega - non conviene a Fdi e agli azzurri tentare una forzatura.

La questione nel centrodestra riguarda il ruolo di dg della Rai che non è una figura obbligatoria prevista dallo statuto e che potrebbe anche venir meno e comunque, spiega un dirigente di Fdi, sarebbe comunque una personalità fiduciaria dell'ad. Sullo sfondo resta la polemica tra maggioranza e opposizione. Sulle garanzie di indipendenza del servizio pubblico.

"Mi sento di ricordare - le parole della premier nella missiva all'Europa - che la riforma della Rai, che ha disegnato l'attuale sistema di governance dell'azienda, è stata ideata e realizzata nel 2015 dall'allora partito di maggioranza relativa (il Partito Democratico) durante il governo guidato da Matteo Renzi, con la contrarietà del partito da me guidato (Fratelli d'Italia). Se dunque esiste un problema di ingerenza politica dovuta alla normativa esistente, questo non può certo essere imputato a chi quella norma l'ha subita. Soprattutto si tratterebbe di una criticità che si trascina da quasi dieci anni e che avrebbe, nel caso, sfavorito le forze di opposizione, e nello specifico Fratelli d'Italia, e favorito le forze di Governo che hanno governato in questo periodo".

"Anche l'attuale governance - ha ricordato il presidente del Consiglio - è stata determinata dal Governo precedente (Governo Draghi), con Fratelli d'Italia unico partito di opposizione che si è reputato allora di escludere perfino dal Consiglio di Amministrazione della Rai creando, questa volta sì, una anomalia senza precedenti in Italia e in violazione di ogni principio di pluralismo del servizio pubblico. È bene ricordare che, salvo la nomina obbligata di un nuovo Amministratore Delegato nel 2023 a seguito delle dimissioni del suo predecessore, l'attuale Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali".

Il tema è sul tavolo. "Meloni sa benissimo che proprio in queste ore è in cantiere l'accordo tra i partiti della sua maggioranza per spartirsi le nuove nomine", scrive sui suoi canali social la presidente della commissione di vigilanza Rai Floridia, "le chiacchiere stanno pero' a zero - aggiunge -. Serve una nuova legge che cancelli quella di Renzi del 2015 e che rispetti i principi imposti dall'Unione Europea. Dopo l'estate ci si sieda al tavolo e si ragioni seriamente su questo". Sulla questione Rai interviene anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Non mi pare che sia un luogo dove c'è una dittatura culturale". 

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