AGI - Nessun passo indietro, nessun ritorno ai test d'ingresso, ma disponibilità a modificare l'accesso a Medicina. Secondo quanto si apprende, è questo l'orientamento espresso dalla ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel corso dell'incontro con il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu).
La ministra, che ha proposto l'istituzione di un tavolo di confronto permanente sulla riforma dell'accesso a Medicina, ha quindi manifestato piena disponibilità a intervenire sul funzionamento del nuovo sistema già dal prossimo anno, valutando una riduzione dei programmi d'esame, l'estensione della durata delle lezioni e un ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli, così da garantire maggiore spazio alla didattica.
Bernini: "Riforma perfettibile ma non è un fallimento"
"Prima si è detto che tutti avevano copiato poi che i compiti erano troppo difficili: il 28 febbraio il semestre aperto si concluderà. I voti del primo appello si compongono con i voti del secondo appello per fare la graduatoria finale. Il 23 dicembre saranno noti i voti del secondo appello, entro gennaio sarà pronta la graduatoria, sarà tutta riempita, non saranno necessarie 3 sufficienze, potremo scendere. Ci saranno debiti d'esame e formativi che applichiamo già, sono previsti. Posti vuoti non ce ne saranno", ha spiegato la ministra rispondendo al question time nella VII Commissione alla Camera dei deputati.
"Questa riforma è stata una illusione e un fallimento? No - ha sostenuto la ministra - i candidati sono stati trasformati in studenti universitari: 55mila stanno dando esami, 24.026 studenti entreranno a Medicina, altri potranno entrare in facoltà affini. Tutto è perfettibile, è una riforma di prima applicazione, non voglio sostenere sia la migliore del mondo ma i principi alla sua base sono inclusività, conservazione, democrazia, dare più opportunità ai giovani e al sistema per avere più medici. I risultati si verificheranno a semestre terminato" ha ribadito.








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