AGI - "Marzabotto e Monte Sole sono pietre angolari della Repubblica italiana". Lo dice, in un passaggio del suo intervento Marzabotto in occasione delle celebrazioni dell'80esimo anniversario della strage nazista, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Perchè? Perchè tutto questo? Si può, si deve dimenticare? Continuiamo a chiedercelo percorrendo questi luoghi, sostando dinanzi ai memoriali", continua Mattarella. "Le domande penetrano le nostre coscienze, senza riuscire a fornire una risposta esaustiva, definitiva, segnalando, piuttosto, una irrisolta inquietudine. 'E' accaduto, quindi può di nuovo accadere', ci ammonì Primo Levi. Può accadere se dimentichiamo. Ma, oggi, i conflitti in atto, i luoghi della sofferenza dove il diritto umanitario internazionale non trova applicazione, ci richiamano bruscamente alla responsabilità di non essere nè ciechi, nè addormentati, nè immemori", aggiunge. "Non dobbiamo mai dimenticare, anche se fatichiamo a comprendere - rimarca il capo dello Stato - o forse, per citare ancora Levi 'quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perchè comprendere è quasi giustificare'".
Per il presidente, "sbagliamo se pensiamo che il razzismo, l'antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene. Quanto accade ai confini della nostra Unione Europea suona monito severo. I fantasmi dell'orrore non hanno lasciato la storia". "Ecco la ragione del pellegrinaggio laico a questi luoghi, fonti della nostra odierna convivenza civile, perenne richiamo alle follie degli uomini - rimarca - ecco le ragioni per cui i Presidenti Einaudi, Pertini, Scalfaro nel cinquantesimo anniversario della strage, Ciampi insieme al presidente tedesco Rau, vollero salire quassù. Per ribadire solennemente 'mai più'".
E ancora: "Marzabotto e Monte Sole - spiega Mattarella - sono simbolo tra i più sconvolgenti della strategia di annientamento che accompagnò la volontà di dominio, il mito razziale, la sopraffazione nazionalista, insomma quell'impasto ideologico che sospinse il nazismo - e i loro complici, tra cui il regime fascista - a perseguire il catastrofico progetto di conquistare l'Europa e svuotarla della sua storia".
"In queste terre, tra i fiumi Setta e Reno, si compi' l'eccidio di civili più grande e spietato tra quelli perpetrati nel nostro Paese durante la guerra - ricorda - queste terre hanno conosciuto il terrorismo delle SS e dei brigatisti neri fascisti. Non c'erano ragioni militari che potessero giustificare tanta crudeltà".