Maggioranza divisa sullo ius scholae, FI e Lupi aprono al dibattito

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AGI - Dall'ala sinistra di Avs fino ai centristi di Forza Italia e Noi moderati, aumenta il fronte delle forze politiche favorevoli ad aprire una discussione in Parlamento sulla modifica della attuale legge sulla cittadinanza. E a far convergere le posizioni è lo ius scholae, pur se declinato in varie sfumature. Ovvero, il riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini che abbiano portato a termine un intero ciclo scolastico. Che si tratti del ciclo primario (elementari e medie) o che si preveda l'esaurirsi del ciclo scolastico obbligatorio, quindi fino ai 16 anni, lo ius scholae incassa il favore della maggioranza dei partiti, con l'apertura fatta da Forza Italia a cui si aggiunge anche il movimento guidato da Maurizio Lupi, Noi moderati. Anche se il Pd è a favore di un più 'radicale' ius soli, i dem sono pronti a confrontarsi sul merito delle proposte. Che potrebbero concretizzarsi già a settembre, quando i vertici azzurri si riuniranno per predisporre un testo. Ed è proprio a Pd e Forza Italia che si rivolge Carlo Calenda, con un appello a "ripartire insieme" e, esorta, "facciamolo presto". Perché, osserva il leader di Azione, "è evidente che sullo ius scholae si può fare un lavoro proficuo in questa legislatura. Il Parlamento ci ha già lavorato nel passato", ricorda, dunque una base per riprendere il confronto c'è.

 

Sulle disponibilità espresse dagli alleati azzurri e dai centristi di Lupi incombe il niet del partito di Salvini: "La Lega è fermamente contraria" a cambiare la legge sulla cittadinanza "che c'è e funziona", ribadisce Stefano Candiani. Tra i leghisti, pero', c'è chi, come Luca Zaia - pur senza parlare espressamente di cittadinanza - ritiene che sul tema dei diritti "serve una no-fly zone, su cui auspico non ci siano scontri ideologici". Resta per ora 'silente' il partito della premier. Nessuna dichiarazione ufficiale di esponenti di FdI, nessuna presa di posizione. Nella maggioranza c'è chi ricorda che il partito di via della Scrofa in passato aveva espresso il favore per una riforma legata al compimento di un intero ciclo scolastico e Forza Italia propone che si tratti di almeno 10 anni. Ma al momento FdI preferisce non intervenire nel dibattito magari - è il ragionamento di alcuni nel centrodestra - sperando che si depotenzi con il riavvio dell'attività a settembre dopo le vacanze estive.

 

"Siamo favorevoli a concedere la cittadinanza ai ragazzi figli di cittadini stranieri che abbiano frequentato due cicli scolastici completi in Italia", afferma Lupi, secondo il quale "favorire percorsi di integrazione culturale è fondamentale". Dunque, osserva, "pur non essendo un punto condiviso del programma del centrodestra, si può aprire un ragionamento". Dello stesso avviso Forza Italia, primo partito della maggioranza a dirsi disponibile al confronto. "Esistono leggi urgenti, poi ce ne sono altre che sono - più semplicemente - giuste. Una riforma della cittadinanza lo è senza dubbio", spiega il capogruppo azzurro in commissione Affari costituzionali Paolo Emilio Russo. Che, di fronte al niet leghista, osserva: "Anche il decreto Rave non era nel programma, ma ci abbiamo lavorato e lo abbiamo approvato. E non è vero che se una legge funziona, come quella attuale sulla cittadinanza, allora non può essere migliorata: diversamente non avremmo discusso tre pacchetti sicurezza in meno di tre anni". Sullo ius scholae "nessuna svolta a sinistra. Noi abbiamo le nostre proposte e quando le riteniamo giuste ed equilibrate non ci preoccupiamo di chi le condivide e chi non le condivide", aggiunge il portavoce azzurro Raffaele Nevi. E il sottosegretario Tullio Ferrante chiosa: "I diritti sociali e civili non hanno mai colore politico".

 

Lo ius scholae divide la maggioranza? "Mi pare un fatto positivo. I figli di Berlusconi non vogliono più un partito appiattito sulla destra e si sono sganciati sui diritti. Ciò apre prospettive interessanti", osserva Calenda. Pronta al confronto Italia viva: "Lavoriamo tutti insieme a una nuova legge", sprona la coordinatrice Raffaella Paita, che ricorda: "Quella per lo ius scholae è da sempre una nostra battaglia. Vediamo se Forza Italia fa sul serio o se prevarranno le divisioni nella maggioranza". Anche i 5 stelle non si tirano indietro: "La mia proposta di legge è depositata da inizio legislatura e sono disposta a lavorare con tutti, anche partendo da un testo comune e non dal mio, pur di approvarla", premette la vicecapogruppo Vittoria Baldino che, però, avverte: "Non rimanga il solito dibattito estivo post olimpiade buono solo a riempire le rassegne estive e a consentire a qualche partito di riposizionarsi. Di questa legge c'è bisogno", sottolinea. Per i 5 stelle "la soluzione migliore e più sensata è quella dello ius scholae, che prevede l'acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per i bambini nati in Italia o arrivati nel nostro Paese da piccoli". Infine, per Avs "il confronto va fatto in Parlamento", spiega la capogruppo Luana Zanella, che rivendica la proposta depositata alle Camere sulla cittadinanza ai bambini che abbiano "frequentato per cinque anni ininterrottamente le nostre scuole".

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