L'opposizione incalza la premier Meloni: "A Gaza è genocidio"

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AGI - Bandiere della Palestina e una parola, pesante, che ricorre: genocidio. Il centrosinistra intensifica il pressing sulla premier Giorgia Meloni affinché il governo prenda una posizione chiara su quanto accade a Gaza durante i lavori dell'Aula di Montecitorio sulle mozioni presentate dai gruppi politici. Una seduta che si apre con la lettura, da parte di Angelo Bonelli, dei nomi dei bambini uccisi dalle bombe israeliane e che prosegue con il j'accuse delle opposizioni al governo, colpevole di non aver preso alcuna iniziativa per fermare Israele, al contrario di quanto stanno facendo altri Paesi, come Gran Bretagna e Spagna.

Mozione unitaria

"Abbiamo chiesto" nella mozione unitaria presentata da Pd, M5s e Avs "sanzioni al governo di estrema destra di Netanyahu e ai suoi ministri", dice Elly Schlein, "e la sospensione dell'accordo di cooperazione tra l'Ue e Israele". La segretaria dem definisce, poi, "gravissimo" che l'Italia abbia votato contro la revisione dell'accordo dell'Unione Europea con Israele, ieri nel corso del Consiglio europeo dei ministri degli Esteri. Parla di "genocidio" Giuseppe Conte. "Qui non siamo di fronte a 'eventuali errori', come li ha chiamati La Russa, tutto questo ha un solo nome: genocidio". E per il presidente M5s, "accanto alla responsabilità degli autori di un genocidio ci sono le corresponsabilità cui non ci si può sottrarre", quella dei "governi che ancora si mostrano amici di Netanyahu offrendogli copertura politica e militare". E fra questi, per Conte, c'è il governo Meloni, con i suoi ministri che volano "a Tel Aviv per stringere le mani sporche di sangue di Netanyahu". Anche per Elly Schlein, "la presidente Meloni non ha prodotto alcuna iniziativa diplomatica", un "immobilismo che ci rende complici e ci disonora", aggiunge la leader dem. "Chiediamo al governo un atto politico", ha detto Nicola Fratoianni, ad iniziare "dal riconoscimento dello Stato palestinese". Il governo di Israele, ha aggiunto, "è un governo di assassini" e il governo italiano "è complice di quello che sta accadendo. Risponderete di questa responsabilità politica alla storia e anche ai vostri elettori", continua l'esponente di Avs mentre, i deputati del suo gruppo alzano bandiere palestinesi.

Proteste in piazza

Le stesse bandiere portate in piazza Montecitorio mentre in Aula erano in corso le votazioni. "Basta con l'occupazione illegale", "Stop armi a Israele", "Stop genocide", si legge su alcuni cartelli. Uno di questi riporta la foto della senatrice a vita Liliana Segre, con la scritta a grandi lettere "Io ti stimo, ma come puoi non urlare contro il genocidio?". Su un altro la foto di un bimbo palestinese denutrito con la scritta "Auschwitz-Gaza. Oggi come allora, Italia complice". Al presidio arrivano Conte, Fratoianni, Marco Grimaldi di Avs, Laura Boldrini del Pd, insieme ad alcuni attivisti che hanno partecipato alla recente missione dei parlamentari a Rafah. "Un ex valico che oggi è un muro", sottolinea Grimaldi prendendo la parola per portare la testimonianza delle "crudeltà" cui i parlamentari hanno assistito nella Striscia. "Per quanto fossimo in pochi a Rafah", ha proseguito Grimaldi, "siete stati con noi con la vostra indignazione per quello che sta accadendo, mentre quello che è chiamato Occidente sta in silenzio" e "gli Stati Uniti appoggiano la soluzione finale". Grimaldi, tra le grida "as-sas-si-ni" e "free-Palestine", ha ricordato tra l'altro che mai prima d'ora gli aiuti umanitari per un popolo in guerra "sono stati interrotti per così tanto tempo".

Reazioni alla bocciatura della mozione

Dalla piazza si levano i fischi quando arriva la notizia che in Aula a Montecitorio la mozione delle opposizioni è stata bocciata. Nonostante questo, sottolinea Grimaldi, "la mozione resta un punto di partenza importantissimo anche se sarà bocciata dal Parlamento". Darà il via, dice, a "una lunghissima marcia". Per sensibilizzare l'opinione pubblica ma, soprattutto, per insistere sull'urgenza di sanzioni contro il governo israeliano che, secondo le opposizioni, "avrebbero dovuto essere approvate già da tempo". Per il Parlamento, è "un'altra occasione persa", afferma infine Luisa Morgantini, ex europarlamentare oggi presidente dell'associazione Assopacepalestina. Alla ripresa dei lavori dell'Aula, arriva la notizia degli spari contro le delegazioni diplomatiche a Jenin. Per Riccardo Magi di Più Europa "è il segno che Netanyahu ha totalmente perso la bussola e che manda il suo esercito allo sbaraglio, senza quasi più un obiettivo". Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, definisce gli spari "minacce inaccettabili" e convoca l'ambasciatore israeliano in Italia. "Ben svegliato, ministro. Peccato ci sia voluta questa ignobile 'sventagliata' di proiettili per spingere a tanto la Farnesina", commenta Conte sui social: "Evidentemente al nostro Governo non bastavano i quasi 60 mila civili palestinesi annientati dal governo genocida di Netanyahu per un gesto di fermezza e dignità".

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