AGI - Il radicamento territoriale, prima ancora che nome e simbolo. È questa la priorità di iscritti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle che emerge dalla lettura delle proposte che stanno arrivando sulla piattaforma messa a disposizione per la Costituente. In ventiquattro ore sono state ben oltre mille le idee portate dalla base. Idee che costituiranno, nella seconda fase della Costituente, materia per definire il Movimento che verrà e che sarà 'varato' dalla plenaria del 19 e 20 ottobre. La comunità, intanto, risponde in maniera forte e immediata, osservano con soddisfazione dal quartier generale M5s. Assieme al radicamento e al rafforzamento della presenza M5s sui territori, c'è il tema delle regole sulle candidature e sulle parlamentarie. La selezione della classe dirigente, a scorrere le proposte, sembra preoccupare la base che chiede di ragionare su nuovi strumenti. Ad esempio, c'è chi propone "una vera e propria rivoluzione sul tema giovani. Poiché i giovani hanno ormai poca fiducia nella politica e considerato l'importante lavoro che svolge il nostro network giovani, propongo di avere, a ogni elezione, una quota di candidati in posizione prioritaria, che siano under 35". Un tema, quello della selezione, che si innesta sulla discussione riguardante il limite dei mandati: "Superare il vincolo dei due mandati per coloro che sono stati meritevoli per partecipazione e fedeltà al M5S secondo la votazione della base", propone un iscritto: "Destinare i soldi dell'autotassazione dei deputati e parlamentari all'incremento della presenza sui territori e alla comunicazione". E, ancora: "Imporre una clausola che vieti di passare ad altra formazione politica agli eletti". Capitolo alleanze: in molti aprono ad alleanze strutturali nel centrosinistra, a patto che il perimetro non comprenda Italia Viva e Azione. "Bisogna fare alleanze anche a livello nazionale con le altre forze politiche progressiste, non si può pensare di andare a governare da soli in caso di vittoria alle elezioni. La legge elettorale è quella che è, quindi bisogna fare alleanze anche con il Pd", si legge in una delle proposte inviate.
Per quanto riguarda i temi su cui mobilitare militanti ed eletti, in molti si soffermano sulla battaglia per il salario minimo e sul sostegno ai più fragili, disabili e anziani in testa. A leggere le proposte sembrano essersi attivati, per il momento, non solo i militanti storici, quelli che più conoscono meccanismi e temi 'caldi' del Movimento. Su questo pesa lo scontro consumato fra il fondatore, Beppe Grillo, e il leader del M5s, Giuseppe Conte. Non mancano, certo, i commenti di chi chiede di tornare alle origini, addirittura "vietando agli eletti di andare ospiti nelle trasmissioni Tv". Ma, rispetto a un ritorno alle origini del Movimento, a cui ha fatto riferimento Grillo nel suo ultimo post sul proprio sito, sembra prevalere lo sguardo verso il futuro: quella che si può definire 'mozione Conte'. Quello che è sicuro è che "si riparte dalla base", come recita il mantra dei vertici Cinque Stelle. "Sacrosanto lasciare alla nostra comunità la possibilità di discutere e indirizzare i lavori per rilanciare la nostra azione politica. Non possiamo permettere che qualcuno decida arbitrariamente quali temi affrontare e quali no", dice il vicepresidente del M5s, Michele Gubitosa, con un altolà implicito allo stesso Grillo che, nel post, aveva ribadito quelli che per lui sono "i tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato".
"Il M5S è molto più coeso di come possa talvolta sembrare". Ne è convinto Pasquale Tridico, capodelegazione dei Cinque Stelle al Parlamento europeo, in un'intervista al Fatto Quotidiano. "Stimo Grillo, e gli sono grato perché senza di lui il Movimento non esisterebbe - sottolinea - Ma senza Giuseppe Conte il Movimento sarebbe scomparso. Dopodiché ora c'è un terzo soggetto in campo, che è la comunità del M5S, quella che deciderà nella costituente, in un processo dal basso che non ha precedenti". Anche Barbara Floridia ritiene che il movimento appartenga "agli iscritti e non a chi lo dirige" e auspica che, fra Conte e Grillo, "non si arrivi alla rottura". Rottura che, assicurano fonti parlamentari, non si tradurrebbe comunque in una scissione: la quasi totalità dei parlamentari è schierata sulle posizioni del presidente M5s, viene fatto osservare: a stare con Grillo rimangono pochi esponenti non più in Parlamento e ormai lontani dalla vita del partito.