AGI - Elly Schlein tira dritto il Partito Democratico non partecipa al voto per eleggere i due componenti del Consiglio di Amministrazione Rai. "Non c'è ragione di rinnovare il Cda visto che già controllano la Rai", ha detto Schlein ai parlamentari Pd riuniti a Montecitorio, stando a quanto riferisce chi è presente all'incontro. Una linea che la leader dem porta a vanti da agosto, da quando le opposizioni hanno deciso di rendersi "indisponibili a rinnovare il Cda Rai in assenza della riforma della governance". Linea ribadita anche una settimana fa da una nota congiunta dei partiti di centrosinistra. Una scelta di 'rottura' rispetto a un passato segnato dalle "lottizzazioni", come le ha definite Schlein a più riprese. Fra le opposizioni c'era, poi, la recondita speranza di far sentire la propria voce nei confronti di una maggioranza che sembra voler tirare dritto per l'elezione di Simona Agnes al ruolo di presidente del servizio pubblico. Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, spiegava una settimana fa che "se per la Rai ci fosse un presidente autorevole, assolutamente non riconducibile a logiche partitiche, nell'interesse del servizio pubblico certamente lo voteremmo". Parole che suonavano come una apertura alla maggioranza e che metteva sul chi va là i dem che temevano venisse archiviato il patto di agosto. E martedì sera Conte ha riunito i suoi gruppi parlamentari, come avviene alla fine di ogni mese, per fare il punto sulla situazione politica e sui prossimi passaggi parlamentari. Uno di questi è il voto sul Cda. Al quale i Cinque Stelle parteciperanno. "La suggestione che viene diffusa da alcuni organi di stampa, di disertare le aule in occasione del voto dei consiglieri di nomina parlamentare, è stata respinta dall'Assemblea dei parlamentari del M5S", fanno sapere da Campo Marzio, ribadendo l'impegno a lavorare a una riforma complessiva della governance Rai, a cominciare dagli Stati Generali del servizio pubblico promosso dalla presidente della Vigilanza, Barbara Floridia. La chiosa di Campo Marzio è diretta a chi legge la decisione assunta come un tentativo di fare "inciuci tra il M5S e le forze di maggioranza: chi getta fango e alimenta queste voci farebbe bene a essere conseguente impegnandosi per il solo risultato che conta: la liberazione delle poltrone occupate in decenni di lottizzazione". Parole dure che sembrano chiamare in causa il Pd o, almeno, quello precedente all'era Schlein.
"Ho ripetuto mille volte che non voteremo Agnes presidente", spiega Conte arrivando a Piazza Navona per prendere parte alla manifestazione contro il ddl Sicurezza: "Si chiama Tv pubblica, e' un servizio pubblico. Quindi non e' una questione privata della destra. Per questo domani andiamo a votare. E' una questione di garanzia, di vigilanza", aggiunge. In piazza ci sono anche Riccardo Magi di Più Europa, Bonelli e Fratoianni. E c'e' Elly Schlein. Si tratta del perimetro del "patto della birra", quello andato in scena una decina di giorni fa alla festa di Avs a Roma. Allora i leader del centrosinistra posarono l'uno accanto all'altro, pinta alla mano. Oggi, al contrario, Schlein e Conte nemmeno si incrociano: il presidente M5s entra nella piazza qualche minuto dopo Schlein, ma decide di non unirsi al grosso dei manifestanti. Schlein è in mezzo alla folla, si ferma a parlare per qualche minuto con Fratoianni e Bonelli. I due, poco dopo si staccano, e raggiungono Conte su un altro lato della piazza. Nuova fotografia, stavolta a tre.
Ora, con il Pd che non partecipa al voto, l'ipotesi e' che le opposizioni, oltre a rieleggere l'esponente indicato dal M5s Alessandro Di Majo, portino nel Cda Roberto Natale, ex segretario Usigrai ed ex presidente Fnsi. Una personalita' vicina a Laura Boldrini, di cui e' stato portavoce quando l'attuale deputata del Pd era presidente della Camera. Un nome non del tutto estraneo ai dem, insomma. Con la scelta di non partecipare al voto, il Pd conferma di voler rompere proprio con quel recente passato che lo ha visto protagonista in tutte le partite che hanno riguardato la Rai, è il ragionamento di una fonte dem. E conferma di voler essere il 'capofila' di un rinnovamento della politica che passa anche con l'essere conseguenziali con gli impegni presi con iscritti ed elettori, durante la campagna congressuale di Schlein così come nelle scelte compiute durante il suo mandato. "Sono altri che devono rispondere di aver cambiato posizione", dice Schlein ai suoi parlamentari" chiedendo di continuare "con la mobilitazione". Una mobilitazione iniziata quasi un anno fa con il presidio contro quella che i dem chiamano "TeleMeloni", sotto viale Mazzini, l'8 febbraio 2024. In quell'occasione, per la prima volta, si ritrovarono insieme pezzi di opposizione che fino ad allora non parlavano. C'erano Fratoianni e Bonelli, c'era Magi e, a sorpresa, partecipo' anche Italia Viva con Maria Elena Boschi. Non partecipo' Carlo Calenda, sempre riluttante a scendere in piazza. E assente anche Giuseppe Conte.