AGI - Sul tema migranti è ancora polemica tra politica e magistratura. La prima volta era per l'ordinanza del tribunale di Roma che non ha convalidato i trattenimenti in Albania. Adesso è il provvedimento dei giudici di Bologna che hanno disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Ue sull'applicazione del decreto legge sull'individuazione dei Paesi sicuri varato dal governo.
"Mi sembra evidente che c'è una minoranza di giudici che fa il male dell'Italia e degli italiani, che smonta di notte quello che cerchiamo di costruire di giorno per la sicurezza, addirittura arrivando a evocare Hitler, la Germania nazista, il fascismo. Cose surreali...", afferma Matteo Salvini, in un'intervista in onda stasera a '4 di sera' su Retequattro. "Mi sembra evidente - insiste - che tra gli oltre 9mila magistrati c'è qualcuno che fa politica, con la bandiera rossa in camera o in ufficio. Il consiglio è che si tolgano la toga. Siamo in un Paese libero, hanno tutto il diritto di avere idee di estrema sinistra e di votare Rifondazione comunista o quello che credono ma non possono potare la loro ideologia comunista in tribunale, facendo il male dell'Italia e degli italiani", ribadisce il vicepremier e leader della Lega.
La giunta distrettuale dell'Anm dell'Emilia-Romagna fa una domanda: "E' così grave l'applicazione della legge? Cosa ha fatto, dunque, di così grave il Tribunale di Bologna? Ha interrogato la Corte di giustizia sull'interpretazione del diritto europeo. Ha, cioè, posto un quesito sull'applicazione del diritto europeo attraverso una procedura di cooperazione attiva tra la giurisdizione nazionale e la Corte di giustizia per l'applicazione uniforme del diritto europeo in tutta l'Ue. Insomma, ha chiesto un parere".
L'Anm ricorda anche che: "L'articolo 117 dell'attuale Costituzione sancisce che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario. L'articolo 267 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea prevede che 'La Corte di giustizia dell'Unione europea è competente a pronunciarsi, in via pregiudiziale: [...] b) sulla validità e l'interpretazione degli atti compiuti dalle istituzioni, dagli organi o dagli organismi dell'Unione. Quando una questione del genere è sollevata dinanzi ad un organo giurisdizionale di uno degli Stati membri, tale organo giurisdizionale può, qualora reputi necessaria per emanare la sua sentenza una decisione su questo punto, domandare alla Corte di pronunciarsi sulla questione".
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, parlando a margine di un'iniziativa del sindacato a Perugia, ha espresso preoccupazione "per il fatto che in un Paese dove i livelli di illegalità sono altissimi, per esempio per l'evasione fiscale, il governo pensi di attaccare la magistratura anzichè colpire gli evasori fiscali o quelli che sfruttano il lavoro. Siamo di fronte a un attacco all'idea che la magistratura debba essere autonoma e indipendente, ma deve rispondere alla politica. Sono regressioni pericolose che non abbiamo intenzione di stare a guardare".
Ma c'è dell'altro: il decreto Paesi sicuri, appena varato dal governo e in esame al Senato, confluirà in un emendamento al decreto Flussi che sarà in esame in Aula alla Camera il prossimo 21 novembre. Lo ha riferito alla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio il governo. Le opposizioni protestano: "Una forzatura gravissima che mortifica il Parlamento - è il commento della presidente dei deputati dem Chiara Braga, al termine della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio -. Chiederemo almeno di riaprire i termini per le audizioni sul decreto Paesi sicuri, visto che non ci sarà un esame approfondito alla luce del "goffo tentativo del governo di nascondere il provvedimento in un altro decreto".
Sulla stessa lunghezza d'onda i presidenti dei senatori del Pd, Francesco Boccia, e del gruppo Misto, Peppe de Cristofaro (Avs) per i quali o il decreto viene ritirato e dunque non esiste più, o è assolutamente necessario procedere con le audizioni su un provvedimento così "discusso", tenendo bene ferme le prerogative del Parlamento. "E' gravissimo quello che è accaduto - spiega Boccia - perché un provvedimento così discusso, così fortemente sentito dal Paese viene prima presentato e poi ritirato dalla Camera e presentato al Senato e dopo qualche giorno, di fatto, lasciato morire per evitare che le opposizioni aprano il Palazzo a chi è fuori. E questo perchè noi chiedevamo e chiediamo con forza le audizioni".
Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, spiega la posizione del governo: "Dopo aver ovviamente avvisato tutte le parti interessate, abbiamo preferito rinunciare alla conversione del decreto legge Paesi sicuri in Senato e presentare al decreto Flussi, in esame alla Camera, un emendamento in cui confluiscono i contenuti del decreto stesso. La decisione non vuole assolutamente ledere le prerogative parlamentari, ma essendo i due provvedimenti affini per materia e strettamente connessi tra di loro, riteniamo per questo opportuno che vengano esaminati insieme".
"Il governo intende far decadere il decreto 'Paesi sicuri' senza ritirarlo e trasformarlo in emendamento al decreto Flussi. Si tratta di un vergognoso espediente per impedire al Senato di discutere il decreto - dicono Enrico Borghi, capogruppo al Senato, e la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino, componente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama -. Un trucco tanto più grave in quanto su questo decreto è già stata devoluta alla Corte di Giustizia Europea la questione di legittimità rispetto alle norme comunitarie. Si tratta - spiegano ancora i parlamentari Iv - di una manovra del tutto irrituale e non rispettosa delle prerogative del Parlamento. Un tentativo maldestro di mettere una pezza a una vicenda, quella degli hot spot in Albania, che si sta rivelando sempre più un pasticcio".