AGI - Tre ore e mezza di riunione tra i senatori del Partito Democratico è servita a fare rientrare le tensioni sul ddl Delrio per il contrasto all'antisemitismo e, soprattutto, a trovare un punto di caduta interno. Stando a quanto si apprende, infatti, il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, ha dato mandato al senatore Andrea Giorgis, capogruppo dem in commissione Affari Costituzionali, di coordinare il lavoro per arrivare a un testo sull'argomento che tenga insieme tutte le sensibilità interne.
Graziano Delrio, senatore dem ed ex ministro, esponente della minoranza riformista del partito, aveva presentato il provvedimento una settimana fa, senza il via libera della presidenza del gruppo né, tantomeno, del Nazareno. Risultato: la precisazione a stretto giro del presidente dei senatori dem, Francesco Boccia, che il testo presentato era a titolo personale. Una presa di distanza motivata con il fatto che il ddl rischiava di equiparare le critiche a Israele e al suo governo agli insulti antisemiti.
Il braccio di ferro interno al Pd
Ne è scaturito un braccio di ferro interno al Pd che si è trascinato fino all'assemblea Pd di domenica scorsa, con un faccia a faccia serrato fra Boccia e Delrio. I toni nell'assemblea del gruppo, iniziata alle 16 facendo il punto sulla manovra finanziaria per passare poi alle motivazioni della bocciatura della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto, sono stati molto più distesi di quanto visti in assemblea Pd, viene riferito.
La posizione di Graziano Delrio
Graziano Delrio ha rivendicato la sua scelta, chiedendo che il suo testo venga adottato come punto di partenza e lo stesso ha fatto il senatore Alfredo Bazoli sottolineando che se a un nuovo testo occorre partire è necessario che lo si faccia in dialogo con Delrio. Durante la riunione sono intervenuti tutti i senatori e le senatrici del gruppo, viene riferito ancora, per oltre tre ore.








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