Un'Italia mai così brutta. E' il giorno dei processi. Spalletti, "colpa mia ma non mi dimetto"

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AGI - Dopo la serata di Berlino dove si è consumata la meritata eliminazione dei campioni d'Europa sconfitti 2-0 dalla Svizzera, oggi, prima di far rientro in Italia, è in programma l'ultima conferenza stampa della Nazionale a Iserlohn. A Casa Azzurri, alle ore 12.30, parleranno il presidente della Figc, Gabriele Gravina, e il commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti. 

 

L'ex allenatore del Napoli, già nei commenti post gara, ha fatto il "mea culpa", si è preso le sue responsabilità, non ha cercato alibi, ma non ha fatto alcun cenno alle dimissioni. "Ho la responsabilità di quello che è successo, i calciatori li ho scelti io, è chiaro che sono in un percorso dove devo fare delle conoscenze, non sono contento della partita contro la Svizzera nè di quella contro la Spagna - ha detto ieri il ct in conferenza stampa -. Sono parzialmente soddisfatto delle altre due partite (con Albania e Croazia, ndr)". Ma non basta, lo hanno detto il risultato, il campo, il fallimento sfiorato nell'ultima partita, arrivato con un impatto devastante a Berlino. "Ho fatto delle prove, credevo di essere stato responsabile già per la gara contro la Spagna, perchè ero stato addosso ai ragazzi con gli allenamenti le richieste, stavolta li ho fatti recuperare e ho cambiato la squadra, perchè mi davo la responsabilità di aver fatto poche modifiche per il fatto che non avevamo mantenuto un alto livello di intensità". 

 

 

E quest'ultima riflessione sulla mancata capacità di tenere il ritmo, lo ha indotto a un pensiero che non deve essere inteso come un alibi. "Dipende anche da come è finito il nostro campionato, ma poi facendo questo discorso è come se si andasse a cercare cose che vanno a sconfinare negli alibi. Abbiamo cercato di fargli fare allenamenti che curassero l'intensità e il recupero, ma le risposte non sono state totalmente soddisfacenti", ha sottolineato Spalletti che ancora una volta ha ribadito: "E' chiaro che sono calciatori che ho scelto io e ho le responsabilità di quel che è successo"...Però c'è un altro ma..."Lo devo dire, può sembrare che io vada alla ricerca di giustificazioni, ma alcuni ct hanno avuto 20 partite, altri 30, io 10 e avevo già il fucile puntato, mi si diceva 'devi vincere, devi vincere', ma con la Macedonia non si era vinto - ha ricordato riferendosi alla mancata qualificazione al Mondiale -. Però, poi ho bisogno di fare più conoscenze dirette per acchiappare il meglio. Ho avuto anche diversi giocatori infortunati sui quali contavo, ma il campo ha detto che siamo stati inferiori e che la Svizzera si è qualificata meritatamente". 

 

 

Che le dimissioni non siano nei suoi pensieri, lo ha dimostrato lo stesso ct parlando dell'Italia che verrà. "Il futuro è provare a fare scelte differenti, ci vuole gente che abbia più gamba, quando pensi di potere percorrere la strada della qualità ma perdi intensità, è chiaro che un po' di motore e di scocca vada portata dentro. Nelle corse individuali siamo stati in difficoltà e questo fa la differenza".

 

Questa Nazionale è stata bocciata, Spalletti ha spiegato che serve tempo per ripartire, ma forse serviva il coraggio per cominciare un nuovo percorso con qualche giovane in più. "Mi parlate di coraggio con i giovani, ma quando ho messo Calafiori mi è stato detto che facevo giocare giocatori senza esperienza. Qui c'è Fagioli perchè per me ha certe caratteristiche, ma commette anche errori. Certe prove le abbiamo fatte, poi c'è Udogie che si è infortunato. Comunque se i giovani ci sono e hanno le potenzialità per far sedere gli altri, sono il primo a pensare di dovergli dare lo spazio corretto. E' chiaro che da questa esperienza vengo via con la certezza che qualcosa devo cambiare, ma non è che sia un risultato così scandaloso come ora verrà fuori. Siccome penso che la mia passione sia sintomo di profondo rispetto per tutti, mi prendo le responsabilità, ma quando mi si dice che contro la Croazia abbiamo fatto una partita scandalosa torno a dire di no, non è così". 

 

 

"Contro la Spagna e contro la Svizzera siamo andati sotto il nostro livello, ma si è passato un turno difficile e secondo me meritatamente. Però - ha proseguito Spalletti -, è vero che non si è vista una squadra che abbia una base dove ci si può andare a costruire sopra, bisogna rimettere mano al telaio che ho scelto, perchè questo ha raccontato l'esperienza fatta. Ma la nostra è una bocciatura che ho determinato io, non i ragazzi". Il ct ha ribadito di non avere "paura", che gestire la pressione che sente di avere "sempre avuto", non lo preoccupa "perchè questa pressione me la sono guadagnata lavorando giorno dopo giorno. Il campo ha detto che qualcosa si deve cambiare e io sarò costretto a farlo. Non so se ci sarà qualcosa di diverso, ma ci sono delle prove da fare e adesso io sarò obbligato a farle, senza voler fare male a nessuno e dare colpe a qualcuno, vorrei che non ci fossero dubbi su questo, la responsabilità è mia e non dei calciatori".

 

Il ct ha risposto anche a una domanda ironica di un giornalista svizzero: "Noi una Panda e voi una Ferrari? Bisogna accettare tutto, anche allusioni di cattivo gusto come questa, si capisce che lei è una persona di grandissima ironia e qualità e noi le diciamo che ha ragione. Siete stati più bravi di noi, avete vinto meritatamente". Parlerà con Gravina "Come sempre, vedremo cosa avremo da dirci, ma io sono il responsabile a livello di gioco e di risultati". 

 

 

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