AGI - Prima l'assist, poi il gol e infine l'abbraccio. Tutto a favore di teleobiettivi. Tutto, soprattutto, condiviso decine e centinaia di volte sui social network. I gemelli del gol, Elly Schlein e Matteo Renzi, diventano così argomento di discussione anche fuori dal campo del Gran Sasso d'Italia, dove ieri si è giocata la partita del cuore. Non è un dettaglio che il leader di Italia Viva abbia scelto proprio l'abbraccio con la segretaria del Partito Democratico per rivolgersi ai suoi follower: "È il magico potere del pallone", dice ricordando che si tratta di una iniziativa di solidarietà per raccogliere fondi per i reparti pediatrici del San Salvatore dell'Aquila e per l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Inevitabile non associare la partita al campo largo o, come in questo caso, larghissimo. Che Matteo Renzi si stia riavvicinando ai dem è una sensazione condivisa da più parti e lo stesso Renzi ha fornito più segnali negli ultimi giorni. "Italia Viva deve decidere che cosa fare da grande", ha detto l'ex premier di recente: "Siamo a un bivio: facciamo una Margherita 2.0 alleata con il centrosinistra? Per dirla di nuovo con De Gasperi: un centro che guarda a sinistra, perché tutti sanno Elly per prima che senza questo centro la sinistra non vince. Oppure facciamo un tentativo di ricostruire il Terzo Polo? Questa è la scelta che Italia Viva dovrà fare adesso".
L'assist di ieri sera a Schlein, anche quello condiviso sui social con un video, può essere letto come un segnale. L'esperienza da 'regista' di Renzi a disposizione della squadra dei progressisti, per far segnare il gol a Schlein. Non sembra nemmeno un caso che Renzi, in alcune uscite pubbliche recenti, si sia riferito al proprio campo come a quello dei progressisti.
Da parte della segretaria c'è la volontà di allargare il più possibile: "Non mettiamo veti e non ne accettiamo da altri", ripete Schlein da settimane e, per la precisione, dai risultati delle europee e, soprattutto, delle amministrative. Il segnale dato dal campo della Partita del Cuore è altrettanto aperturista. È vero che Renzi ha postato la fotografia, ma è anche vero che Schlein non si è sottratta a quello scatto.
Una foto simile con Giuseppe Conte non c'è. Il capo del M5s appare nella foto di gruppo, con tutti i quaranta parlamentari intervenuti. Ed è stato immortalato accanto a qualche esponente di maggioranza al momento di alzare il trofeo. Niente che possa essere interpretato come un segnale politico, insomma.
Proprio Conte, interpellato sull'abbraccio Renzi-Schlein, spiega che "è stata una operazione collettiva di grande impegno, fatica e soddisfazione perché la causa è una causa benefica, per i bambini. Il campo era larghissimo", aggiunge, "perché si giocava 11 contro 11. La nostra panchina era lunghissima, quaranta o cinquanta politici. E ci siamo ritrovati tutti l'un contro l'altro abbracciati. Eccezionalmente, per una causa di solidarietà la politica si è unita senza differenziazione di colori, senza differenziazione di opinioni".
Una fonte parlamentare di Italia Viva scherza - ma nemmeno troppo - sulla foto del leader con la segretaria. "È la politica oggi. La Dc, per fare il primo centrosinistra, ci mise otto anni e cinque presidenti del Consiglio. Ora basta una foto...". Il lavoro, tuttavia, è appena cominciato.
Il tentativo è quello di creare un terreno comune sui temi condivisi, come il no all'Autonomia differenziata che ha visto il centrosinistra più Italia Viva (manca Azione) depositare assieme il quesito referendario. Domani, poi, Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli si ritroveranno in Piazza de Ferraris, a Genova, per chiedere le dimissioni di Giovanni Toti e le elezioni in Liguria. È annunciata anche una delegazione di Azione, mentre non ci sarà +Europa che, in nome del garantismo, preferisce "non trasformare vicende giudiziarie e casi politici".