AGI - È tornato Vincenzo, il protagonista dei noires di Giancarlo Piacci, libraio di Napoli con la passione del crime, già autore de "I Santi d'argento" e ora di nuovo operativo con "Nostra signora dei fulmini" edito da Salani e anche stavolta con copertina di Zerocalcare. Torna Vincenzo e ci trascina di nuovo nei vicoli e misteri di Napoli, portandoci inevitabilmente dalla parte degli ultimi, pronti a guardare in cagnesco chi vive di soprusi e mala. Anche stavolta si viene accompagnati con precisione tra piazze, vicoli e scorci di palazzi di sapore antico, profumi e tradizioni, catturati dalle debolezze e dai segreti del protagonista e di chi gira intorno a lui.
"Nostra signora dei fulmini - racconta all'AGI Giancarlo Piacci - è una storia che vede ancora una volta protagonista il gruppo dei Santi d'Argento, con alcune novità. Questi romanzi sono affollati di umanità, una umanità in cui mi trovo perfettamente a mio agio pensandoli in altre esperienze mentre intono a loro cambiano i valori. Ancora una volta troviamo Vincenzo, Bacoli, Giovanni. Ancora una volta Vincenzo è a Bacoli, nel porticciolo, e conduce una vita finalmente serena con una compagna, Irene e una comunità stretta intorno alla cooperativa dei pescatori. Ma questa pace è scossa dal suo lato tetro che lo spinge verso una vita tetra e dalla presa di coscienza del bluff della multinazionale che vuole aprire a Bacoli un grande allevamento ittico, il più grande mercato del pesce del mediterraneo. Ed è disposta ad assumere personale dalla cooperativa. La comunità si divide fra chi sogna la tredicesima e le ferie pagate, e chi vuole mantenere l'autonomia. Ma poi si scopre che la multinazionale non assume tutti. Solo meno della metà dei pescatori. E allora la frattura si fa profonda, la comunità si divide, Vincenzo perde la sua stabilità, uno dei pescatori verrà trovato morto in una delle vasche di allevamento, le indagini coinvolgeranno la popolazione e vengono a galla vecchie storie, vecchi protagonisti".
Vecchi incubi quindi "Beh - prosegue Piacci - ricompare Giovanni, che chiede aiuto nella ricerca di personaggi malavitosi ritenuti responsabili della morte del figlio" Fermiamoci qui, non andiamo oltre. È un noir. Ci sarà un seguito? "Nella storia ci saranno cose che Vincenzo ancora non sa, che si devono ancora rivelare. Esiste la possibilità che Vincenzo si trovi ancora a vivere un conflitto. Ma voglio chiarire che questa, non è una serialità nei termini classici. Vediamo ora quanto questa storia mi tormenterà e se lo farà al punto di far vivere ancora un'altra vicenda a Vincenzo. Quando mi sentirò tirare per la giacca, allora inizierò di nuovo a scrivere, a scrivere di Vincenzo e della sua marginalità che in realtà, per come sono io, mi costa".
Fra i personaggi ce ne è uno, in particolare, molto sentito dall'autore: "Stiamo parlando di Canè. È un tipo che sento molto mio - spiega - mio nella sua marginalità, vittima dello stigma che viene dato a volte da bambini. Ci sono ragazzini che per il solo fatto di arrivare più tardi a fare alcune cose, vengono etichettati. Magari non sono come la famiglia vorrebbe, o come dovrebbero essere secondo le regole della società e per questo, finiscono ai margini. Il mio Canè non parla con nessuno se non con i cani e fa branco. In realtà, Canè non ha niente, è solo che è cosi. Questo mostra come alle volte per i bambini, è più facile accettare la diversità piuttosto che attribuire uno stigma. E io volevo de-stigmatizzarlo". Il personaggio più difficile?
"Sicuramente Irene, la compagna di Vincenzo - sottolinea Piacci - Da uomo eterosessuale, la guardavo con occhi filtrati attraverso Vincenzo. Quando ho smesso di farlo, Irene si è presa tutta la storia".
Anche "Nostra signora dei fulmini" ha una bellissima copertina di Zerocalcare, come già accaduto per i "Santi d'argento": "Michele mi ha fatto questo regalo - spiega Piacci - è una persona splendida. Veniamo da mondi simili, ci siamo conosciuti negli spazi sociali dove si sviluppano dinamiche artistiche. Il nostro sguardo sulla realtà si è formato insieme. Michele è una persona generosa, di gran cuore. Massimo Troisi diceva che il successo non ti cambia ma è cassa di risonanza di quello che sei: se sei una bella persona diventi bellissima, se sei brutta diventi bruttissima. Mi auguro di avere ancora tante collaborazioni con lui. La sua copertina è un regalo, è ancora più bella di quella dei Santi d'Argento. E poi, con Zerocalcare condividiamo la volontà di credere che questo mondo non sia l'unico possibile".
Come sta Napoli rispetto ai Santi d'Argento? "Per me sta peggio di due anni fa. E lo dico perché tutto il mondo sta peggio. Il dramma è sotto gli occhi di tutti. Napoli e tutte le altre grandi città - conclude - sono lo specchio della situazione in cui versa il mondo. Che è in ginocchio".