Tassi d'interesse in calo e la domanda di mutui è in lieve ripresa

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AGI - Arrivano i primi segnali di miglioramento nella dinamica dei mutui per acquistare una casa ma la domanda resta ancora debole. Dopo la contrazione causata dall'impennata dei tassi di interesse imposta dalla Bce a partire da metà 2022 - come risposta alla crescita dell'inflazione a livello globale tra scoppio del conflitto in Ucraina e ripresa post pandemia di Covid - ora il trend sembra invertirsi a piccoli passi. Le imprese italiane invece restano ancora caute, sono molto liquide e pertanto, in un contesto di tassi ancora elevati, preferiscono attingere alle proprie risorse, qualora possibile, piuttosto che chiedere un prestito.

A tracciare il quadro sulla dinamica del credito è l'Abi nel corso del seminario annuale, che si tiene oggi e domani a Firenze, con le conclusioni che saranno affidate al presidente Antonio Patuelli. Da giorni il mondo bancario è al centro del dibattito politico per il contributo richiesto agli istituti di credito nella manovra 2025, su cui sono attese le specifiche. "I tassi di interesse sono in calo, con attese di riduzione per i prossimi mesi. Dalla seconda parte del 2023 i tassi di mercato hanno iniziato a diminuire, anticipando le decisioni della Bce che sono arrivate solo nella seconda metà di questo anno", annota il vicedirettore generale vicario dell'Abi Gianfranco Torriero.

 

A partire da ottobre 2023 i tassi di mercato hanno iniziato a diminuire, rileva l'associazione, anticipando le decisioni della Bce. Nelle settimane più recenti la tendenza si è ulteriormente rafforzata. Una dinamica che ha favorito la ripresa delle richieste. Ma lo scenario macroeconomico continua a essere complesso. Il Pil italiano nel 2024, stima l'Abi attingendo a diverse fonti, dovrebbe attestarsi tra lo 0,8% e l'1%. Torriero sottolinea che, dopo un periodo di contrazione, "i prestiti per acquisto delle abitazioni sono tornati a crescere, anche se a ritmi contenuti".

L'andamento dei prestiti, ricorda il dirigente Abi, è determinato prevalentemente da "fattori di domanda". In un contesto di rallentamento economico e tassi di mercato più alti rispetto al passato, le imprese hanno preferito utilizzare risorse interne. "La carenza di domanda è soprattutto sulla componente degli investimenti. Non c'è un tema di disponibilità di finanziamento, le imprese hanno un incremento dei depositi". La produzione industriale stenta, ad agosto è diminuita del 3,2%, registra un calo da 19 mesi. Ecco allora che molte aziende preferiscono ricorrere alla liquidità accumulata negli scorsi anni.

Oltre alla dinamica del credito sta variando anche quella del radicamento sul territorio delle banche. "Si parla di riduzione, non utilizzerò l'altro termine in voga (desertificazione, ndr): oggi gli sportelli bancari in Italia attivi a giugno 2024 sono oltre 20mila. Nei decenni passati, quando si parlava di 'foresta pietrificata', erano 5mila in meno", analizza Torriero. Che sottolinea: "La riduzione degli sportelli è un fenomeno che riguarda tutti i Paesi europei. Il settore italiano ha ridotto meno di altri Paesi".

 

Sta aumentando invece l'utilizzo della banca a distanza mentre diminuiscono le visite nelle filiali, tra motivazioni demografiche o economiche che colpiscono in particolare alcuni territori, come quelli meno densamente popolati, dove mancano anche servizi quali farmacie, uffici postali o stazioni ferroviarie. Per il 2025 l'Abi con il progredire delle normative prevede un forte incremento dell'uso dei bonifici istantanei, con gli istituti chiamati allineare il loro costo a quelli ordinari. Ma andrà posta attenzione all'utilizzo dello strumento in piena sicurezza contro le truffe. Da Patuelli arriva un inciso sul profilo anagrafico dei lavoratori del comparto. "Non c'è invecchiamento del personale - ha sostenuto - ma maggiore qualificazione, una formazione culturale e professionale che risponde alle grandi sfide che ci sono nel nostro lavoro".

 

 

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