Tajani sicuro: "Su caso Almasri l'archiviazione sarà inevitabile"

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AGI - "La decisione di iscrivere nel registro degli indagati presso il Tribunale dei Ministri il presidente del Consiglio, non si capisce perché, due ministri e un sottosegretario, arriva alla vigilia del dibattito in Parlamento sulla riforma della Giustizia. 'A pensare male si fa sempre bene' diceva Andreotti. Non solo, arriva anche a pochi giorni dalla manifestazione di una parte dei magistrati contro la proposta di riforma del governo". Antonio Tajani, intervistato dal Tempo, inquadra così la vicenda Almasri e le sue ricadute giudiziarie sul governo, dicendosi, "molto deluso e perplesso" proprio quanto alla protesta delle toghe sul dossier Giustizia.

 

"Per fortuna - riprende il ministro degli Esteri - non tutta la magistratura la pensa così, la grande maggioranza la pensa diversamente, mi riferisco a quei magistrati che lavorano e non fanno propaganda politica". Si torna all'avviso a Meloni e alle opposizioni che sostengono che indagare Meloni era un atto dovuto: "Secondo me no. Mi pare singolare che la magistratura intervenga da un punto di vista giudiziario su alcune scelte politiche del governo, su sollecitazione di un avvocato che è notoriamente di sinistra. Pensare male è facile". Li Gotti 'imbeccato' da qualcuno? "Non lo so, io giudico soltanto le cose che so. Magari si sarà imbeccato da solo, è schierato politicamente", risponde il vicepremier e segretario FI. 

 

 

Come andrà a finire con il Tribunale dei Ministri? "Mi pare che sia assolutamente privo di fondamento giuridico ciò che sostiene il Procuratore Lo Voi. L'archiviazione sarà inevitabile", afferma Tajani. Quanto alle accuse al governo di non riferire in Parlamento, Tajani annota che "va ricordato che ha già riferito il ministro Piantedosi. Ma fare un dibattito il giorno dopo la decisione del Procuratore Lo Voi non sarebbe stato corretto. Il governo riferirà in tempi brevi. Chi travalica il proprio potere è il potere giudiziario. Perché al potere giudiziario non piace la riforma della giustizia, non piace la separazione delle carriere, non piace l'abolizione delle correnti. Le leggi in democrazia le fa il Parlamento, che è espressione della volontà popolare. Noi abbiamo fatto una campagna elettorale chiedendo i voti per fare anche la riforma della Giustizia. Ci hanno premiato, abbiamo vinto le elezioni". "Bisogna rispettare le regole della democrazia. Soprattutto - incalza ancora il titolare della Farnesina - devono farlo i servitori dello Stato. Non devono usare il loro potere per fare la guerriglia al governo, perché così si getta soltanto benzina sul fuoco, mentre serve invece collaborazione, dialogo, confronto. Però alcuni pensano solo ad impedirlo".

 

Il timing del caso Almasri? "Ricordiamo i fatti. Erano 12 giorni che girava per l'Europa. E guarda caso quando è entrato in Italia è arrivata la richiesta di arresto internazionale. Tra l'altro anche scritta male, con errori grammaticali, poi corretti. Erano una trentina di pagine, che andavano tradotte. Nel frattempo la magistratura lo ha scarcerato e il ministro dell'Interno ha deciso di espellerlo per ragioni di sicurezza, perché si tratta di una persona pericolosa. Così è stato accompagnato con un volo dello Stato. La Corte penale internazionale però - avverte Tajani - dovrà spiegare perché ha fatto questa scelta. Una scelta che non è stata neanche presa all'unanimità".

 

Il vertice di ieri a Palazzo Chigi, assicura il ministro degli Esteri, era centrato sull'immigrazione: "Finora abbiamo ottenuto buoni risultati, purtroppo c'è stato un incremento di partenze dalla Libia, mentre ne partono meno dalla Tunisia e dalla Siria. Pero' arrivano molti migranti da Bangladesh e Pakistan. Stiamo lavorando ad una strategia complessiva per frenare le migrazioni irregolari. Ormai è un tema che viene affrontato in tutta Europa. A riprova che stiamo lavorando bene, Friedrich Merz, futuro Cancelliere, ha detto che il modello è l'Italia. Al tempo stesso cerchiamo di dare risposte alle imprese favorendo l'immigrazione regolare di donne e uomini che vengano a lavorare nel nostro Paese. 

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