AGI - I dati della Supermedia di oggi saranno un riferimento importante: il prossimo aggiornamento, infatti, sarà tra ben tre settimane, a causa del blackout previsto dalla legge sulla diffusione sui sondaggi in occasione di consultazioni elettorali di rilievo nazionale. E questo nella migliore delle ipotesi, cioè solo se saranno pubblicati un numero sufficiente di sondaggi nei giorni immediatamente successivi ai referendum dell'8-9 giugno: in quel caso potremo avere una nuova Supermedia giovedì 12 giugno. Facile prevedere che non solo a causa dell'esito della consultazione referendaria, ma anche per quello delle elezioni comunali (i cui ballottaggi sono previsti anch'essi l'8 e 9 giugno) animeranno non poco il dibattito politico nazionale.
Vediamo dunque il quadro dipinto da questa ultima istantanea prima del blackout. Con poche eccezioni, tutti i partiti si attestano su livelli di consenso pienamente in linea con quelli fatti registrare nelle ultime settimane, a partire da Fratelli d'Italia (in cifra tonda al 30%) e dal Partito Democratico (22%). L'eccezione più vistosa è quella del Movimento 5 Stelle, che cresce di ben lo 0,7% in 15 giorni; ma si tratta, a ben vedere, di un'illusione: il 12,5% odierno è per il partito di Giuseppe Conte nient'altro che un ritorno alla normalità dell'ultimo mese, dopo l'anomalo (perché molto basso) 11,8% di due settimane fa.
I referendum
Insieme alle intenzioni di voto, tra pochi giorni scatterà il divieto – ovviamente – anche sui sondaggi relativi ai cinque quesiti. Dopo aver visto i primi dati la scorsa settimana, oggi possiamo dare uno sguardo più esaustivo, grazie alla quantità di rilevazioni uscite sul tema. Come noto, i quesiti su cui si voterà saranno cinque: quattro relativi alle leggi sul lavoro, promossi dalla CGIL, e uno sui requisiti per richiedere la cittadinanza italiana da parte di stranieri. Mettendo insieme i dati rilevati da 4 diversi istituti, abbiamo potuto elaborare una sorta di “Supermedia referendaria”, da cui viene fuori un quadro non privo di sorprese.
Innanzitutto, tra chi si esprime sulle materie oggetto dei referendum, la maggioranza assoluta si dichiara, in tutti e cinque i casi, favorevole all'abrogazione delle norme in questione. Va detto che questi numeri sono calcolati al netto di chi non si esprime o comunque dichiara di non volersi recare a votare – posizione, quest'ultima, che di per sé equivale a un disinteresse se non addirittura a una contrarietà verso le proposte referendarie. La seconda sorpresa è costituita dalla forte variabilità tra le percentuali di favorevoli ai vari quesiti: si va dal 55% di Sì “virtuali” al referendum sulla cittadinanza al 75% relativo al quesito sulle procedure previste dal Jobs Act legate ai licenziamenti illegittimi. Ma anche tra i vari quesiti legati a una stessa materia (i 4 sul lavoro) vi sono differenze non da poco: quello su cui c'è meno “entusiasmo” è il secondo quesito (scheda arancione) relativo alle indennità per i licenziamenti per le aziende di piccole dimensioni, su cui si dichiara favorevole in media "solo" il 64% degli intervistati.
I risultati, in modo pressoché unanime, sono poco confortanti per i sostenitori dei referendum. Tutti gli istituti, infatti, stimano un'affluenza che – anche tenuto conto delle oscillazioni – potrebbe attestarsi sopra il 30% degli aventi diritto, ma ben al di sotto del 40%. In questo tipo di indagini, ci sono due incognite da tenere a mente: la prima è che la partecipazione al voto è percepita da molti come un “dovere civico” (come peraltro previsto dalla Costituzione); di conseguenza, molti elettori potrebbero essere tentati di rispondere positivamente alla domanda sulla loro intenzione di recarsi alle urne, in base al noto meccanismo psicologico della “desiderabilità sociale”, anche se poi effettivamente si asterranno. La seconda incognita è di segno opposto, e chiama in causa la conoscenza stessa del referendum: in altre parole, potrebbero esserci molti elettori (milioni persino) che verranno a sapere che l'8 e 9 giugno si voterà su determinate materie solo nelle prossime settimane, o addirittura pochi giorni prima del voto.
Quest'ultima ipotesi appare tutt'altro che azzardata, come emerge proprio dalle ricerche degli istituti di sondaggio. Secondo Demopolis, ad esempio, solo il 46% degli italiani è informato sui referendum, mentre un 19% sa che si voterà ma non su che cosa. Stime simili a quelle degli istituti SWG o Demos, per i quali solo poco più della metà degli elettori si ritiene informato su questa consultazione imminente.
CODICE EMBED TWEET SWG REFERENDUM️ Referendum - Solo 1 elettore su 10 conosce bene la materia dei quesiti ed è diffusa la sensazione di una scarsa copertura dei referendum da parte dei media pic.twitter.com/WrIyezkSoo
— SWG (@swg_research) May 13, 2025Se invece che ai sondaggi guardiamo ai precedenti storici, poi, la probabilità che i referendum raggiungano il quorum si allontanano ulteriormente: è dal 2011 che il 50% più uno degli elettori non va a votare per un referendum abrogativo, e il fatto che a fare attivamente campagna a favore dei quesiti sia solo una parte politica (cioè l'opposizione, e nemmeno al completo) mentre l'altra – cioè la maggioranza di centrodestra – tifa apertamente per il fallimento della consultazione, non lascia molte speranze ai promotori dei quesiti, soprattutto considerando il tasso di partecipazione elettorale nel nostro Paese è in forte calo da molti anni. Ma sappiamo anche che la politica italiana ci ha riservato spesso sorprese e colpi di scena. Vedremo se sarà così anche il prossimo 9 giugno.
NOTA: La Supermedia Youtrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dall'8 al 21 maggio, è stata effettuata il giorno 22 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demos (data di pubblicazione: 17 maggio), Eumetra (15 maggio), Noto (13 maggio), SWG (12 e 19 maggio) e Tecnè (16 maggio). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.