Santanchè: "Sono una donna di partito se Meloni mi chiedesse di dimettermi io non avrei dubbi"

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AGI - In Fratelli d'Italia più di un 'big' allargando le braccia sussurra che la vicenda Almasri, con l'avviso di garanzia ricevuto da Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, rischia di avere l'effetto di 'blindare' la posizione di Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio.

 

Si prefigura un nuovo braccio di ferro tra la maggioranza e la magistratura e far 'dimettere' la responsabile del Turismo sarebbe, questa la tesi di chi propende che non ci saranno novità a breve, un cedimento alle pressioni arrivate dall'opposizione e una mossa non 'garantista'. Ma sono le stesse fonti a sottolineare come la vicenda legata alla ministra del Turismo non abbia solo una connotazione giudiziaria, ma di opportunità politica. E dunque nel medio periodo non è escluso alcuno scenario.

 

Domani arriverà il pronunciamento della Cassazione sulla competenza tra Milano o Roma sul caso in cui l'esponente di Fdi con altri risponde di truffa aggravata ai danni dell'Inps per la vicenda che riguarda la cassa integrazione in Visibilia durante il periodo del Covid. Un passaggio importante che, però, in tempi brevi, non dovrebbe essere decisivo. Anche se c'è il convincimento nei gruppi del partito della Scrofa che qualora il processo rimanesse a Milano potrebbe comunque esserci una accelerazione riguardo la valutazione sulla permanenza del ministro al governo. Sta di fatto che le dichiarazioni rilasciate dalla ministra hanno irretito non solo il partito ma avrebbero infastidito anche la premier, sempre secondo quanto emerge nei rumors del Transatlantico.

 

La presidente del Consiglio a Gedda aveva sottolineato che presto ci sarebbe stato un incontro, ma il faccia a faccia sarebbe per il momento in stand by. Anzi, c'è chi sottolinea come un'eventuale riunione tra la premier e l'esponente di Fdi ci potrebbe essere solo quando arriverà una decisione definitiva.

 

"Non ho mai detto chissenefrega del partito ma chissenefrega di chi mi critica. Sono una donna di partito ed è evidente che se il mio presidente del consiglio mi chiedesse di dimettermi io non avrei dubbi", ha spiegato Santanchè.

 

"Io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l'ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani. Poi se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino", la linea. Ma all'interno di Fdi in diversi sono critici: "Non può dire che a valutare il suo lavoro è solo lei stessa, non c'è spazio per personalismi", la tesi di molti deputati.

 

Altri chiamano in causa il presidente del Senato Ignazio La Russa, da sempre vicina alla ministra. La seconda carica dello Stato non chiude all'ipotesi di un passo indietro della ministra Santanchè. "L'amicizia - dice - prescinde dal fatto politico, sia che rimanga ministra sia che non sia ministra". 

 

 

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