AGI - Il telefono di Andrea Orlando è staccato: il deputato e candidato in pectore alla presidenza della regione Liguria continua a portare avanti la sua campagna tra la gente (domenica è stato a Santa Margherita Ligure e ieri a Sestri Levante e Levagna), lasciando ai livelli nazionali dei partiti del costruendo centrosinistra l'onere e l'onore di trovare una quadra in vista delle elezioni.
I contatti, viene riferito da fonti dem, sono continui e vanno avanti da giorni, mentre un vertice tra Elly Schlein e Giuseppe Conte non sarebbe ancora in programma, ma potrebbe tenersi - de visu o da remoto - in qualunque momento. "Siamo fiduciosi sul fatto che si trovi una soluzione", viene spiegato dai vertici del Pd, "non si sono incontri, ma siamo in contatto con gli alleati".
I nodi, al momento, sono due. Il primo è rappresentato dalla presenza di Italia Viva nella coalizione di centrosinistra. Presenza che allarga il fronte, ma non lo compatta perché nel Movimento 5 Stelle così come in pezzi di sinistra e nello stesso Pd sono in molti a sottolineare che Renzi e i suoi fanno parte della maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Bucci a Genova, dove i renziani esprimono due consiglieri e un assessore.
Quello che viene richiesto a Renzi, dunque, è un passo indietro che possa dare coerenza al progetto per la Liguria. In un suo recente intervento, il leader di Iv ha fatto intendere di non avere problemi da questo punto di vista: "D'ora in avanti, se stiamo nel centrosinistra, non potremo più permetterci di stare con il centrodestra da altre parti. Questo deve valere per tutti, vale per tutti, non solo per Italia viva. Se si sta tutti insieme, si sta tutti insieme. Siamo pronti a sederci al tavolo e a discutere".
Un passo indietro da Renzi?
Il passo indietro, dunque, potrebbe arrivare dopo la riunione del tavolo nazionale di centrosinistra. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, infatti, i renziani vogliono attendere che la richiesta di lasciare la giunta Bucci venga formalizzata nel corso di un incontro con gli alleati. Sui tempi di convocazione del tavolo, tuttavia, nessuna delle parti in causa si sbilancia. L'unica riunione che si è tenuta risale a prima di Ferragosto e vedeva attorno al tavolo i consiglieri regionali dei vari partiti della coalizione. Tutti tranne Italia Viva, che non ha eletti in Liguria. I tempi sono stretti, dunque.
Come sottolinea una fonte della sinistra dem, la Liguria è la prima regione ad andare al voto e sarà l'ultima su cui si raggiungerà l'accordo. Una contraddizione che stride, si spiega ancora, soprattutto con la possibilità di strappare alla destra una regione del triangolo industriale e una delle più importanti dal punto di vista economico e strategico, dato la presenza di uno dei principali porti italiani.
E qui si inserisce il secondo nodo, quello che riguarda la presenza in campo di Luca Pirondini. Una candidatura, spiega Pirondini, da non leggere come in contrasto con quella di Orlando, ma come un arricchimento nel ventaglio di possibilità della coalizione. "Questa non è una candidatura contro Orlando, né tanto meno contro il progetto di campo largo che, per noi, non è assolutamente in discussione. Il nostro ruolo nella coalizione è quello è quello di garantire il perseguimento dei nostri ideali originari e probabilmente anche di collante con le forze politiche a sinistra del Pd".
La tegola del terzo incomodo
Di fatto, però, la presenza in campo di Pirondini rischia di fare avvitare ancora di più la discussione interna al centrosinistra. Andrea Orlando, al momento, rimane alla finestra, ma ha già chiesto di sciogliere i nodi sul tavolo entro questa settimana. La sua candidatura rimane in campo, almeno per ora, ma il deputato del Pd è pronto a togliere la carta della sua disponibilità dal tavolo se ce ne fosse un'altra da giocare: se sarà candidato, è il ragionamento, si sarà portato avanti con il lavoro, altrimenti lo metterà a disposizione di chi correrà per la presidenza della regione.
Non un ultimatum, quanto la necessità di imprimere una accelerazione al confronto che stenta a decollare, complice anche la possibilità di votare con un election day assieme ad Emilia-Romagna e Umbria.
Una prospettiva che si fa più labile ogni giorno che passa e che potrebbe indurre i protagonisti del confronto a dare per scontato di avere più tempo a disposizione. Inoltre, viene sottolineato da fonti parlamentari, con una coalizione cosi' ampia va fatta una verifica programmatica accurata che non si risolve in una settimana. Qualche indicazione in più potrebbe arrivare giovedì, quando la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, tornerà a parlare in pubblico dopo la pausa estiva: sarà, infatti, prima alla Festa dell'Unità di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, e poi al Festiva Campiglia Marittima Estate, a Livorno.