AGI - I giovani non leggono i giornali, non guardano i talk, non si fidano più della tv. Ma non è disinteresse: è distanza. Scelgono i social, aprono Instagram, scrollano TikTok, ascoltano un podcast. Si costruiscono da soli un'idea del mondo, spesso senza una bussola.
"In realtà non hanno perso interesse per le notizie. Hanno solo perso fiducia in chi le racconta", spiega all'AGI Aldo Pecora, 39 anni, giornalista, autore e conduttore di Radio1 Post, il programma-laboratorio di Rai Radio1 nato per ricucire lo strappo tra media tradizionali e nuove generazioni.
"I social hanno preso il posto dell'edicolante sotto casa solo che oggi a darti 'la notizia del giorno' non è uno con il giornale sotto braccio, ma un algoritmo. Che poi è pure simpatico, per carità, ma non distingue tra un Nobel e uno in accappatoio davanti allo specchio". Secondo l'ultima rilevazione di Eurobarometro, il 44% dei giovani italiani si informa principalmente tramite social, e il 59% utilizza Instagram come canale preferito.
Solo il 40% degli italiani si dice ancora interessato all'attualità. "Non è che i ragazzi non vogliano informarsi: è che nessuno gli ha insegnato come farlo. Manca il filtro critico, non la curiosità", aggiunge Pecora. "Cerco di entrare lì, con la mia cassetta degli attrezzi di giornalista ibrido. Spiegare cose complesse senza complicarle, usando un tono da gruppo WhatsApp. Senza lezioni, ma nemmeno banalità", spiega.
Con Radio1 Post, in onda ogni venerdì, ha voluto ribaltare ogni schema: "Ora che sono in conduzione, non da ospite, ho cambiato i paradigmi: niente ospiti giovani che parlano ai giovani, niente etichette. È una chiacchiera vera, dove si può discutere di IA, religione, politica o meme con la stessa naturalezza".
E il pubblico risponde. "C'è chi ci ascolta con la madre, chi ci ha scoperti con un reel, chi ci scrive su Instagram con osservazioni più profonde di certi editorialisti. È li' che capisci che il microfono aperto funziona", dice Pecora. Anche la sua eta' diventa un punto di forza: "Sto in mezzo tra i Boomer e la Gen Z, e provo a fare da ponte. Non da professore, ma da traduttore simultaneo: aiuto i linguaggi a incrociarsi senza tamponarsi". Sul ruolo del servizio pubblico Pecora ha le idee chiare.
"La Rai ha memoria, autorevolezza. Ma ai giovani questo non basta. Deve contaminarsi, aprirsi, farsi sorprendere. Non deve inseguire i trend, ma smettere di parlare al Paese e ricominciare a parlare con il Paese - sostiene - e dobbiamo smettere di parlare di futuro come se fosse lontano. Il futuro è già qui, e ci parla forte e chiaro. A noi il compito di ascoltarlo. E tenere il microfono acceso".