AGI - La reintroduzione dei lupi nelle Highlands scozzesi potrebbe contribuire a fronteggiare l'emergenza climatica: i predatori, infatti, avrebbero un impatto sulla popolazione di cervi, che inibiscono la crescita della vegetazione, la quale ridurrebbe la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Questa curiosa reazione a catena è stata descritta in uno studio, pubblicato sulla rivista Ecological solutions and Evidence, condotto dagli scienziati della School of Earth and Environment presso l'Università di Leeds. Il team, guidato da Dominick Spracklen, ha modellato il potenziale impatto che deriverebbe dalla reintroduzione dei lupi nelle quattro aree classificate come Scottish Wild Land, dove il consumo di giovani alberi da parte delle popolazioni di cervi rossi in crescita sta inibendo la rigenerazione naturale di alberi e boschi. Secondo gli autori, la presenza di questi predatori nelle Highlands potrebbe portare a un'espansione delle foreste autoctone, favorendo l'assorbimento e l'immagazzinamento di un milione di tonnellate di anidride carbonica all'anno.
Il modello predatore-preda ha rivelato che la reintroduzione dei lupi nelle aree dei Cairngorms, degli altopiani sud-occidentali, degli altopiani centrali e degli altopiani nord-occidentali porterebbe a una popolazione totale di circa 167 lupi, sufficienti a ridurre il numero di cervi rossi e consentire agli alberi di rigenerarsi naturalmente. L'espansione delle foreste autoctone permetterebbe l'assorbimento o il sequestro di un milione di tonnellate di CO2 all'anno.
Stando a quanto emerge dall'indagine, in particolare, ogni esemplare porterebbe a una capacità di assorbimento annuale di carbonio pari a 6.080 tonnellate di CO2. In altri termini, ogni predatore è stato quantificato con 154mila sterline, secondo le attuali valutazioni del carbonio. "È sempre più evidente - afferma Spracklen - che le crisi climatiche e della biodiversità non possono essere gestite in modo isolato".
I lupi, spiegano gli esperti, sono stati sradicati dalla Scozia circa 250 anni fa, lasciando i cervi rossi senza predatori naturali e consentendo alle loro popolazioni di crescere in tutto il paese. Nonostante la gestione in corso, il numero di cervi rossi in Scozia è aumentato significativamente nell'ultimo secolo, tanto che le ultime stime ipotizzano circa 400 mila esemplari. La Scozia oggi ha uno dei livelli più bassi di boschi autoctoni in Europa, con solo il quattro per cento di territorio coperto.
La rigenerazione naturale degli alberi è ampiamente limitata alle aree in cui i cervi sono esclusi dalle recinzioni. È stato dimostrato che una gestione più intensiva migliorerebbe la rigenerazione degli alberi. "Sappiamo che la reintroduzione dei lupi nelle Highlands non sarebbe priva di controversie - commentano gli autori - specialmente tra cacciatori e allevatori di cervi. Tuttavia, i benefici economici e ambientali associati a questa iniziativa meritano ulteriori approfondimenti".