Ombrelloni aperti dopo la serrata di due ore, battaglia sui numeri delle adesioni  

3 mesi fa 73

AGI - Due ore di serrata questa mattina, dalle 7:30 alle 9:30 per gli stabilimenti balneari, ma è contesa tra le associazioni di settore aderenti e quelle dei consumatori sulle cifre dell'adesione. A meno di una settimana da Ferragosto, nel cuore della stagione estiva, i balneari hanno deciso di protestare contro quello che ritengono un mancato intervento del governo per dare certezze alle imprese del settore.

 

Le associazioni di categoria pero' sono divise: Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno proclamato lo sciopero mentre Assobalneari non ha partecipato all'apertura ritardata degli ombrelloni "per non penalizzare migliaia di consumatori". Cosi' se da un lato la Fiba parla di grande adesione allo sciopero con punte dell'80% in alcune regioni, il Codacons replica che la serrata è stata un flop. I balneari chiedono certezze per le concessioni che sono scadute lo scorso 31 dicembre, dopo lo stop del Consiglio di Stato alla proroga fino alla fine del 2024 decisa dal governo.

 

Le intenzioni del governo

 

Fonti di governo nei giorni scorsi hanno fatto sapere che in una delle prossime sedute del Consiglio dei ministri, a valle delle interlocuzioni con la Commissione Europea, verrà esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo per stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali. In tema di concessioni balneari "c'è un confronto sul parere motivato della commissione europea che va avanti, con le sue complessità", ha spiegato il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto.

 

La mappatura delle spiagge

 

Il governo la scorsa estate aveva avviato la mappatura delle spiagge per comprendere in che percentuale siano adibite a stabilimenti, attività ricreative e ristorazione. Perchè la direttiva comunitaria Bolkestein del 2006 prevede che "l'autorizzazione rilasciata al prestatore non ha durata limitata", a eccezione di alcune fattispecie. E che i bandi vadano fatti qualora: "Il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata ttività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali". Al momento sarebbe utilizzato in concessione circa il 33% delle coste. I balneari auspicavano che il dato fornito dalla mappatura potesse essere lo strumento per mostrare alla Ue che non c'è scarsità di risorse e quindi le spiagge non vadano messe a bando. I numeri del settore, frammentari, appaiono essi stessi una parte del problema.

 

I numeri

 

Negli ultimi anni diversi studi parlano di concessioni per 6.600 stabilimenti che frutterebbero circa 130 milioni di euro annui di canoni di utilizzo a fronte di un fatturato medio di 260 mila euro. Il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton pero' in primavera ha fatto sapere che la valutazione delle coste disponibili in Italia per le concessioni balneari dovrebbe essere "reale e obiettive " e "basarsi su un'analisi qualitativa"

"C'è una grande adesione, al di sopra delle aspettative, al momento di sensibilizzazione voluto e organizzato. I bacini balneari più importanti d'Italia, come la Romagna e la Toscana, vedono una partecipazione quasi totale, e oltre l'80% degli operatori balneari ha tenuto chiuso il servizio ombreggio sul territorio nazionale", rivendica Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti.

 

"Un'adesione che ci dà forza e coraggio nel proseguire questa battaglia giusta e doverosa - prosegue - per chiedere al Governo subito una legge definitiva che possa finalmente ridare certezze al comparto balneare italiano". Replica il Codacons è un "flop" lo sciopero dei balneari con adesioni "al di sotto delle attese e organizzazioni totalmente divise sulla serrata". Il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero, secondo l'associazione dei consumatori, "è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati".

 

Incalza la politica

 

Dal versante politico il segretario di Più Europa Riccardo Magi incalza: "Più che uno sciopero, a me pare una liberazione da chi ormai abusivamente occupa le spiagge italiane. Servivano gare prima per non arrivare a questa situazione di incertezza per tutti, servono gare ora per mettere fine a questo regime di concessioni che è una regalia che la politica ha fatto a una corporazione in cambio di voti a danno di cittadini e ambiente". Mentre per Elena Donazzan, europarlamentare di Fratelli d'Italia, pur comprendendo "le ragioni dei promotori" della protesta "è necessario un approccio alla questione prudente e collaborativo per preservare in questo particolare periodo dell'anno il legittimo interesse dei consumatori". 

 

Come cambia sul territorio

 

Sui territori la situazione cambia da regione a regione. Ombrelloni aperti oggi a Rimini, meta simbolo delle villeggiature estive sull'Adriatico. Gli operatori balneari romagnoli hanno scelto di non aderire, garantendo il servizio ai bagnanti. "Da noi nel Riminese - spiega il presidente provinciali del SIB- Fipe Confcommercio, Riccardo Ripa - in accordo con i nostri rappresentanti nazionali e regionali, abbiamo deciso di scioperare in una maniera più vicina al nostro spirito, da sempre vocato all'ospitalità".

 

I balneari riminesi associati alle 12 si uniranno dunque ai loro ospiti per un brindisi: un momento in cui chiedere insieme una legge che tuteli la balneazione attrezzata italiana. Protesta a macchia di leopardo negli stabilimenti balneari di Genova. Negli stabilimenti di corso Italia, lungomare della città, alcuni ombrelloni sono rimasti chiusi, complice anche il fresco delle prime ore del mattino, molti invece quelli aperti.

 

"A Genova hanno già fatto le gare, quindi i giochi sono fatti - spiega Rodolfo Baratti, titolare dei Bagni Oasis dal 1996 - proprio perchè la situazione è questa, siamo esentati, ma comunque sposiamo le motivazioni dello sciopero". Il Comune aveva infatti pubblicato la scorsa primavera le regole per riaffidare le concessioni.

 

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