Lotito: "No ai tifosi nei cda, non legittimare i criminali"

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AGI - "Avete visto che cosa sta succedendo? Avete letto?". Claudio Lotito non entra nel merito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 18 tra capi ultrà dell'Inter e del Milan. Si avvia verso la Commissione del Senato e in Transatlantico si sofferma a spiegare la sua posizione. Il convincimento è che "uscirà dell'altro" ma per il patron della Lazio le indagini in corso che riguardano persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni e altri gravi reati, sono un assist alla sua battaglia sull'eventualità di far entrare i tifosi all'interno delle società sportive professionistiche.

 

"Basta con quelli che vogliono fare i tifosi per professione - dice all'AGI il senatore di Forza Italia - è arrivato il momento di non legittimare più i delinquenti". La tesi dell'esponente azzurro è che "nelle curve c'è un po' di tutto", un mondo legato anche alla droga e alla criminalità organizzata. Nei corridoi di palazzo Madama ricorda la sua storia personale, la sua lotta contro le pressioni da parte di alcuni tifosi nei confronti della società. "Io ho passato di tutto, adesso - riferisce - ho dovuto rafforzare anche la mia sicurezza, sono scampato a bombe e a ogni tentativo di intimidazione...". Lotito prosegue: "Mi ricordo quando incontrai quattro tifosi della Lazio. È tutto agli atti degli inquirenti, li incontrai a piazza Cavour. C'era Diabolik, si presentò. Io gli dissi: 'Piacere, sono il commissario Ginko. Tu fai parte della squadra dei ladri, io di quella delle guardie' ".

 

Le vicissitudini del presidente della Lazio sono note, "bisogna stare attenti, si fa presto a parlare di curva. Occorre fare selezione". Il discorso torna sulla misura approvata nel 2019 e promossa dalla Lega con un emendamento al disegno di legge delega sulla riforma dello sport, firmato dall'ex deputato Daniele Belotti. L'entrata in vigore della norma è più volte slittata. L'ultima volta risale al 2023, nel Milleproroghe fu rinviato l'obbligo per le società sportive di istituire nei propri statuti, a tutela degli interessi dei tifosi, un organo di controllo di 3 o 5 membri eletti ogni tre anni dagli abbonati alla società sportiva. Ieri a margine dei lavori della Commissione Bilancio in una riunione di maggioranza Forza Italia, tramite il senatore Lotito, ha chiesto al governo di intervenire in merito. Si è evitato il muro contro muro dopo un lungo confronto. Il governo si è impegnato ad approfondire il tema: sul tavolo l'ipotesi di creare dei filtri riguardo ai membri che dovrebbero essere eletti nei Cda, ma la probabilità maggiore è che si andrà verso il rinvio di un altro anno, fino a giugno 2025. Sarà poi istituito un tavolo ad hoc. Ma Lotito insiste: "Quella norma va abrogata, io lo dico non per fare i miei interessi, ma per tutto il sistema calcio". 

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