Le vittime di Almasri a Meloni: "Stop agli accordi con la Libia"

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AGI - Un braccio di ferro che dura da giorni, quello fra maggioranza e opposizione, al termine del quale una informativa sul caso Almasri effettivamente "c'è stata". A tenerla, alla Camera dei Deputati, non è stata però la premier Giorgia Meloni - come le opposizioni chiedono - ma quattro delle vittime di quello che la Corte Penale Internazionale ha riconosciuto essere un torturatore e un assassino. David Yambio, Lam Magok e Mahamat Daou, tre ragazzi provenienti dal Sud Sudan reclusi fino a cinque anni fa nel lager di Mittiga. In una conferenza stampa partecipata all'inverosimile, con la sala delle conferenze di Montecitorio straripante di giornalisti e parlamentari, le tre vittime di Almasri hanno raccontato chi è veramente il libico rimpatriato dal governo dopo il suo arresto e quale il sistema criminale che governa i campi in Libia. Almasri, dal racconto, risulta essere il capo delle milizie che sovrintendono al lager. Tanto che, quando Lam viene catturato dopo un tentativo di fuga, è Almasri che chiamano per decidere cosa fare dei fuggiaschi.

 

"Venne da noi con la pistola in pugno e ci disse che ci avrebbe uccisi". Lam e i suoi compagni erano certi della propria fine. Ma passano cinque giorni di torture, sempre in attesa del colpo di grazia, che alla fine non arriva. Lam dice di sognare ancora il suo aguzzino e di aver "fantasticato, mentre ero a Mittiga, di come sarebbe stata la mia vita se fossi arrivato in Italia, in un paese in cui i diritti e la giustizia sono garantiti a tutti. La delusione è stata cocente". Delusione per la scelta del governo di liberare Almasri. "Uno shock", lo definisce David Yambio. "Meloni dice di essere madre e cristiana: le chiedo come può rendersi complice di un criminale", aggiunge Lam.

 

Nella sala di Montecitorio sono presenti gli esponenti delle opposizioni, compresi i leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, e la segretaria dem, Elly Schlein. C'è Maria Elena Boschi e Riccardo Magi, assieme a Vittoria Baldino del M5s. Insieme, dopo la conferenza stampa, si danno appuntamento in un corridoio del Palazzo. Appena qualche minuto per concordare la linea di un comunicato congiunto. "Oggi un'informativa sul caso Almasri c'è stata. Ed è stata un bagno di verità, dura, come succede quando le storie di persone in carne e ossa irrompono sulla scena", scrivono le opposizioni facendo riferimento alla informativa che attendevano da parte della premier Giorgia Meloni, del ministro della Giustizia Carlo Nordio e di quello dell'Interno Matteo Piantedosi. "A farla pero' non è stato il Governo Meloni come sarebbe stato giusto e necessario e come continuiamo a chiedere", aggiungono: "L'informativa l'hanno fatta David Yambio, Lam Magok e Mahamat Daou, vittime di Almasri. Ci hanno consegnato quattro lettere indirizzate a Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano chiedendoci di consegnargliele. Noi ci impegnamo a farlo insieme".

 

Nella lettera, le vittime di Almasri chiedono al governo "la cessazione immediata di tutti gli accordi tra Italia e Libia che consentono abusi nei confronti dei migranti. Un impegno pubblico per chiedere il rilascio di tutti coloro che sono ancora imprigionati a Mitiga e in altri centri di detenzione in Libia. Una spiegazione ufficiale del perche' Almasri, che il vostro stesso Governo ha definito pericoloso, sia stato rilasciato invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale. Un percorso legale per i migranti intrappolati nei centri di detenzione libici, compresa la riapertura dell'Ambasciata Italiana a Tripoli per l'ottenimento di visti umanitari".  

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