AGI - Nessun cavillo: Giuseppe Conte non vestirà i panni dell''azzeccagarbugli'. Dopo la richiesta formale da parte di Beppe Grillo di ripetere le votazioni della consultazione online conclusasi ieri per modificare lo statuto si riuniranno gli organi collegiali e poi si tornerà a ricorrere al giudizio degli iscritti al Movimento. Anche sui quesiti che riguardano proprio l'ex comico. Il presidente M5s vuole interpretare la volontà della comunità a differenza, questo il ragionamento che si fa nel Movimento, dell'orientamento di Grillo che con la sua mossa - quella di richiedere il voto puntando a far mancare il quorum - ha inteso sfidare non una persona ma l'intera comunità, cercando di esercitare una prerogativa feudale anche in palese conflitto d'interesse dal momento che con l'iniziativa intrapresa tradisce se stesso e il suo credo.
Da Campo Marzio nessun commento ufficiale alla decisione di Grillo. Conte, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, ha appreso questa decisione con serenità, soddisfatto perché a suo dire gli iscritti hanno dimostrato e dimostreranno di voler voltare pagina. Ma di fatto - questo il ragionamento secondo quanto riferisce un 'big' pentastellato all'AGI - Grillo crea l'ennesimo cortocircuito con un altro tentativo di sabotaggio del processo democratico in corso nel Movimento 5 stelle.
Quella di Grillo di richiedere le votazioni è una prerogativa che in tanti nel Movimento erano sicuri potesse esercitare. "Grillo - spiega un altro esponente di spicco del Movimento - ha deciso per la strategia Vietcong, una sorta di all inn ma rischia di andare a sbattere, sconfessa la tradizione collegiale del Movimento". È stato l'ex ministro Danilo Toninelli ad anticipare la 'contromisura' dell'ex Elevato dopo le decisioni prese da Nova, la kermesse M5s che si è tenuta al palazzo dei Congressi dell'Eur. "Ci sarò un'azione legale in cui il legittimo proprietario del simbolo farà valere la sua posizione e si riprenderà il simbolo", ha sottolineato.
"Grillo chiederà la rivotazione", ha annunciato dopo aver lanciato un vero e proprio appello: "Invito tutti gli iscritti delusi da questo scempio", ha detto l'ex responsabile del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, "a non disiscriversi, perché quando verrà rifatta la votazione, la vostra iscrizione farà quorum, farà numero. Il leone è ferito, ovviamente, ma ha anche molte altre zampate da dare. Il 30% di quelli che ha votato contro l'eliminazione del garante non voterà più".
Le avvisaglie di un nuovo braccio di ferro - dopo le deliberazioni di Nova che ha decretato il superamento del tetto dei due mandati, l'eliminazione della figura del garante e il via libera alle alleanze su basi programmatiche - insomma c'erano tutte. Si dovrà ripetere dunque anche la votazione sull'eliminazione del garante e sugli altri quesiti e poi redarre il nuovo statuto che dovrà apportare le modifiche decise sulla base della consultazione online che fungono da nuovo indirizzo politico del Movimento.
Sarà necessario superare il quorum della maggioranza più uno degli iscritti, con Grillo pronto a invitare i suoi 'seguaci' a sfilarsi dal pronunciamento sui quesiti. Ma l'ex comico ha anche altre armi in mano: ha per esempio la possibilità di seguire la strada che porto' i 'dissidenti' a bloccare nel 2022 lo statuto. Dopo una prima impugnazione il Tribunale di Napoli "diede ragione a Conte ma potrebbe esserci anche un Tribunale che decida diversamente e optare per la sospensione, bloccando il principio della Costituente", argomenta lo storico avvocato dei 'dissidenti' M5s, Lorenzo Borrè. Ma nel Movimento c'è la convinzione che "il processo democratico continuerà".