AGI - La Sardegna è la prima regione ha dotarsi di una disciplina compiuta in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il Consiglio regionale ha approvato stamane, a maggioranza, il voto finale sul disegno di legge 45 sulle aree idonee e non idonee, che era entrato nelle commissioni consiliari 75 giorni fa. Il via libera - con 35 si' e 14 no - è stato accolto stamattina da un applauso dei consiglieri della maggioranza. Nella serata di martedì, l'Aula aveva completato l'esame dell'articolato degli allegati e degli emendamenti. L'esame del provvedimento nell'Aula era iniziato lo scorso 12 novembre. I tempi di approvazione si sono allungati per il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione di centrodestra che non condivideva né il ddl né il metodo con cui Giunta e Campo largo l'hanno elaborato. La minoranza ha fatto ricorso a ogni strumento messo a disposizione dal regolamento consiliare per rallentare i lavori, finché non è stato trovata un'intesa con la maggioranza. Fino alla settimana scorsa, la minoranza ha chiesto il voto segreto o per appello nominale su ogni singolo dei circa 1.700 emendamenti presentati. Solo un confronto serrato tra i capigruppo di maggioranza e di opposizione, ha permesso di arrivare a una mediazione, che ha consentito di sbloccare e accelerare la discussione. La maggioranza ha deciso di accogliere alcuni degli emendamenti della minoranza, che a lungo ha insistito per portare subito in Aula la proposta di legge di iniziativa popolare 'Pratobello 24' contro la speculazione energetica, firmata l'estate scorsa da oltre 211 mila persone. L'Aula ha approvato anche due ordini del giorno, primi firmatari i capigruppo Franco Mula (Alleanza Sardegna) e Umberto Ticca (Riformatori sardi): uno impegna la Giunta a prevedere un'imposta regionale sugli impianti di produzione di energia rinnovabile; l'altro sollecita norme di attuazione dello Statuto finalizzate a rafforzare la tutela del paesaggio della Sardegna.
"Dopo tre settimane di confronto e di grande dibattito l'approvazione del disegno di legge 45 è la dimostrazione che in ogni caso in una società civile deve vincere la democrazia. Perche' le regole vanno sempre rispettate", ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini. "Ringrazio maggioranza e opposizione per il grande contributo dato al miglioramento della legge. Si tratta solo di un primo passo di un lungo percorso. L'Assemblea lavorerà nei prossimi mesi per dare alla Sardegna dei provvedimenti in materia di energia per il bene del nostro territorio e per essere pronti per la transizione energetica".
Todde: "È un primo passo per una strategia energetica regionale"
"C'è chi ha lavorato per alimentare le contrapposizioni, chi non ha voluto capire quale fosse il nostro obiettivo mistificando la realtà", ha detto la presidente Alessandra Todde, nel suo intervento in Aula a conclusione delle dichiarazioni di voto sul provvedimento. "Ci si è dimenticati di tutto: di pale eoliche presenti da decenni. C'è chi si è inventato anche il tema del silenzio assenso su Saccargia su cui c'è una sentenza tombale del Consiglio di Stato dello scorso aprile quando ancora non c'eravamo ancora insediati". La presidente ha ringraziato la maggioranza e il personale degli assessorati per il lavoro svolto: "Ringrazio tutti, anche la minoranza che ha dato il suo contributo per chiudere legge. Questo è un primo passo per una strategia energetica regionale. Ci attendono appuntamenti importanti come il varo di un piano energetico e la costituzione della Società regionale dell'energia".
"Siamo la prima Regione d'Italia ad approvare una legge sulle aree idonee con circa 3 mesi di anticipo rispetto alla nuova scadenza prevista dal Governo". Cosi' la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, commenta il via libera del Consiglio regionale al ddl sulle aree idonee e non idonee all'installazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. "La Sardegna, da tempo considerata un fanalino di coda, oggi diventa un modello di tutela e pianificazione del territorio per le altre Regioni italiane". "Quando siamo arrivati al governo della Sardegna, abbiamo trovato un territorio spaventato e abbiamo respirato la preoccupazione dei sardi rispetto alla speculazione energetica", aggiunge Todde. "Noi l'abbiamo capito assumendoci la responsabilità di amministrare, di confrontarci e di cercare, con i mezzi a disposizione, di risolvere la situazione. In questi mesi, si è cercata la contrapposizione e lo scontro. Si è cercato di cavalcare la paura della gente, di trovare colpevoli a fronte di una situazione che non è nata oggi e nemmeno negli ultimi 8 mesi, ma è nata negli ultimi 20 anni. Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica ed energetica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell'ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi".
"Con questa legge, non solo decliniamo i criteri che rendono un'area idonea o non idonea all'installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo, da qui al 2030, circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi - anche a fondo perduto - destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali e comunità energetiche", riassume Todde. "Tutti gli impianti, sia quelli nuovi che quelli in corso di autorizzazione, potranno essere realizzati solo se ricadenti nelle aree idonee. Questa per noi è una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo. Abbiamo l'ulteriore obiettivo di tagliare i costi delle bollette per i sardi".