AGI - Una storia su Instagram per raccontare perché non può tornare a giocare con i suoi amici d'infanzia, tra le file della Graffignana, in seconda categoria. Alessandro Matri, ex attaccante di Juve, Milan e Cagliari, ha spiegato che il suo ritorno in campo, con tacchetti e parastinchi, per amore delle sue origini, non può diventare realtà. La sua volontà di diventare allenatore, con la frequentazione dei corsi e l'ottenimento dei vari patentini, si scontra con l'emozione di tornare a calcare un prato, anche se in periferia. La notizia è apparsa sui suoi profili social e, intendiamoci, senza una vena polemica, senza un'accusa o una denuncia piena di livore. Matri vuole semplicemente gettare un riflettore sulla problematica, far conoscere questa regola particolare e sensibilizzare l'opinione pubblica su questa tematica.
“Può capitare di giungere a trent'anni e non riuscire a trovare squadra, a questo punto si pensa subito di restare nel settore frequentando corsi di allenatore. Se però questo preclude un ritorno in campo, anche nelle categorie inferiori, ritengo sia veramente un peccato. Tornare a giocare con i miei amici d'infanzia sarebbe stato veramente divertente”, ha scritto in una stories. Matri non gioca da cinque anni e il ritorno con la Graffignana, romantico e pieno di affetto, era una delle 'buone' notizie circolate negli ultimi giorni sul web e sui social. L'ex bomber, con più di 300 partite e 90 gol in Serie A, negli ultimi anni ha avuto un ruolo come commentatore e opinionista a Dazn, oltre ad aver collaborato con Igli Tare alla Lazio.