La preziosa collezione trafugata torna a Taranto da New York

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AGI - Trafugati anni addietro, sottoposti a una serie infinita di giri e infine sbarcati al Met, il Metropolitan museum di New York, una serie di importanti reperti archeologici (19 lotti che fanno parte di un patrimonio di circa 60) sono esposti da questa mattina in una sala del MarTa, il Museo archeologico nazionale di Taranto, uno dei più importanti riferimenti mondiali per la storia della civiltà della Magna Grecia.

Patrimonio culturale

I reperti correlati a una serie di oggetti antichi confluiti nella società inglese in liquidazione Symes Ltd, appartenuta al trafficante di antichità Robin Symes, uno tra i nomi più noti del ventesimo secolo per questo tipo di traffico, e che negli anni ha rivenduto i reperti ai più famosi musei del mondo che li hanno acquistati ignorando da dove provenissero. I reperti esposti a Taranto sono nella mostra "Memorie Trafugate" e sono tornati grazie all'azione del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale (Tpc) e della Procura della Repubblica di Roma. A sua volta, il ministero della Cultura ha sviluppato tutta una diplomazia culturale sia con il Met di New York che con l'amministrazione americana.

Le opere

Tra i beni spicca una testa in marmo della dea Atena che risale alla fine del terzo secolo avanti Cristo. La testa della dea è collocata nella cassa usata per il trasporto e potrebbe essere stata inizialmente collocata nella cella di un tempio all'aperto come immagine votiva. Atena è una dea guerriera. Altri oggetti sono una pittura parietale con scene di battaglia, fibule del 325-300 avanti Cristo e secondo secolo avanti Cristo, anello del sesto secolo avanti Cristo, rilievi in terracotta e pietra tenera, ornamenti in bronzo con innesti d'oro.

La direttrice del museo

Stella Falzone, direttrice del Museo di Taranto, parla di "giornata importante: la nostra valorizzazione - spiega - punta a costruire percorsi di conoscenza e di consapevolezza e avere oggi la presenza dei ragazzi delle scuole è molto importante. I reperti sono rientrati in Italia grazie all'azione dei carabinieri addetti alla tutela del patrimonio culturale, un'eccellenza italiana che sta a dimostrare che il nostro patrimonio storico-artistico è protetto da mani sapienti e capacita vigilanti". 

Il legame con il territorio

Per Falzone, "il traffico illecito dei reperti e l'azione criminosa hanno staccato l'oggetto, il bene, dalla connessione con il contesto della storia e del territorio. La relazione tra oggetti e contesto è molto importante, noi abbiamo riconnesso e dato senso a qualcosa che qualcuno aveva scambiato per mercimonio e trarne solo un profitto economico. Sino a qualche tempo fa istituzioni museali importanti non si ponevano grandi scrupoli nel prendere beni d'arte e archeologici di ignota provenienza, ma adesso la rotta si è invertita. Grandi musei come Boston, Metropolitan, Getty, parlo dei più importanti musei americani, stanno favorendo le restituzioni grazie alla diplomazia culturale dell'Italia e del nostro ministero della Cultura". Adesso una serie di analisi specifiche, annuncia Falzone, dovrebbero consentire di risalire ai luoghi di provenienza iniziale di questi reperti.

Il comandante dei carabinieri di Taranto

"Ci si chiede spesso come mai questi reperti rientrano in Italia dopo venti anni e a volte anche più - dice il colonnello Antonio Marinucci comandante dei carabinieri di Taranto -. Il motivo è che si fanno prima tante verifiche, indagini complesse, lunghe, internazionali. I carabinieri della tutela del patrimonio culturale partono dal monitoraggio delle case d'asta e dei broker di oggetti d'arte, seguono la loro attività  e spesso le opere esportate senza certificazione e autorizzazione seguono percorsi infiniti, molto complessi, e anche i documenti relativi al bene sono sottoposti a lavaggi e rilavaggi in modo che la ricostruzione dei vari passaggi diventi difficile. Solo dopo che questo lavoro è stato fatto, si può andare in un museo e presentare riscontri e dati oggettivi che testimoniano che quel bene archeologico è stato trafugato". "E' molto importante - conclude Marinucci - fotografare i beni d'arte. I carabinieri del patrimonio artistico hanno una banca dati relativa alle opere d'arte rubate costantemente alimentata e questo facilita il rintraccio e il recupero delle stesse opere".

Numeri

Di quanto Robin Symes aveva acquisito ed esportato illecitamente negli anni, dal 2000 a oggi, ministero della Cultura e carabinieri hanno riportato in Italia circa 750 reperti. 

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