La Predappio dove nacque Mussolini celebra il generale Anders che la liberò nel '44

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AGI - Ottanta anni dopo, e in una data fortemente simbolica, il Comune di Predappio attribuisce la cittadinanza onoraria al generale Władysław Anders (1892-1970) che la liberò dall'occupazione tedesca. Il giorno fissato per la cerimonia è il 28 ottobre, passato alla storia per la Marcia su Roma delle camicie nere di Benito Mussolini che proprio a Dovia di Predappio venne alla luce il 29 luglio 1883. La figlia del generale ed ex ambasciatore in Italia, Anna Maria Anders, chiude con il riconoscimento civico alla memoria del comandante del II Corpo d'armata il cerchio dell'esperienza della Polonia nella guerra di liberazione dell'Italia sul fronte adriatico, in attesa il prossimo 21 aprile delle celebrazioni della liberazione di Bologna.

Gli inglesi vogliono essere i primi a entrare a Forlì per motivi di prestigio

Nell'ottobre del 1944 la manovra d'attacco alleata lungo il settore orientale era arrivata in prossimità di Forlì, ritenuta la culla del fascismo. Gli inglesi si erano riservati l'onore di entrare per primi nella città, ma la mossa propagandistica aveva omesso di considerare la più significativa Predappio. Il 28 settembre il comandante dell'8ª Armata britannica generale Richard Mc Creery aveva infatti ordinato al generale Anders di raggruppare il suo esercito nel Riminese e il 14 ottobre questi aveva dato avvio alle operazioni con la 5ª divisione di fanteria Kresowa del generale Nikodem Sulik, rinforzata con il 4° reggimento corazzato e dal 7° reggimento di artiglieria da montagna britannico. La prima unità impegnata in battaglia era stata la 5ª Brigata di fanteria Vilnius, seguita dalla 6ª Leopoli. L'impeto dei polacchi aveva respinto i tedeschi di una ventina di chilometri a nord, mettendo Forlì nel mirino, ma a quel punto gli inglesi avevano fermato i soldati di Anders in quel settore. Nella Kresowa era stata creata un'unità separata, il Gruppo “Rud”, del colonnello Klemens Rudnicki i cui reparti si spinsero fino a Predappio che liberarono il 27 ottobre: il giorno prima del ventiduesimo anniversario della Marcia su Roma che aveva cambiato e condizionato la storia d'Italia.

Il Duce nel 1939 aveva detto: "La Polonia non esiste più"

I polacchi non avevano dimenticato le parole che Mussolini aveva adoperato per la loro Patria nel 1939. Il Duce aveva prima detto che la Polonia era "una noce vuota" e poi, annientata dalla Wehrmacht, aveva concluso "non esiste più". L'indomani Il 23 un bollettino militare tedesco era stato altrettanto drastico: "L'esercito polacco di un milione di uomini è stato sconfitto, fatto prigioniero, messo in rotta. Neppure una divisione in linea o di riserva è sfuggita al suo destino". Ma la Polonia non si era affatto arresa e i suoi soldati avrebbero invece continuato a combattere in Francia, in Inghilterra, in Africa e ancora in Italia, dove a maggio del 1944 avevano espugnato Montecassino, lì dove tutti gli altri alleati avevano fallito. Gli uomini di Anders vengono dalle prigioni sovietiche e dalle sofferenze dei gulag, hanno percorso un viaggio allucinante dalla Siberia alla Persia alla Palestina e si sono ricostituiti in Corpo d'armata sulla linea del Sangro, in Abruzzo, da dove hanno ripreso la risalita dell'Italia. Il 27 ottobre sono loro a sfilare a Predappio smentendo ancora una volta Mussolini che il 27 settembre 1939 aveva pronunciato che la liquidazione della Polonia, tutto sommato, rappresentava "un'opportunità per un'Europa pacificata". Cinque anni e un mese dopo quelle parole, per iscritto i polacchi lasciavano una testimonianza che lo smentiva per la verità e per la storia: "La Polonia c'è ancora. Noi siamo qui".

La replica del comandante: "La Polonia esiste ancora. Noi siamo qui"

L'avvenimento è riportato il 14 novembre dall'allora ufficiale di artiglieria Stanisław Zaremba, in “Ricordanze del mio servizio militare, settembre 1941 - maggio 1945” (a cura della figlia Cristina Zaremba): "Nel registro dei visitatori di Predappio, dove si trovano le tombe della famiglia Mussolini, ci sono le firme del maresciallo Kesselring, del maresciallo Rommel, del presidente Antonescu. A chiudere il registro è un testo in italiano scritto dai polacchi che suona più o meno così: “Nel giorno della festa dell'Indipendenza della Polonia [11 novembre], a Predappio, città natale di Mussolini, affermiamo che la Polonia non è stata ‘liquidata', come ha detto lui, al contrario, noi soldati polacchi abbiamo conquistato Predappio e portiamo la libertà al popolo italiano”". Seguono le firme del generale Anders e degli ufficiali del suo Stato maggiore. Zaremba si concederà pure una visita alla casa natale di Mussolini a Dovia e alla residenza della Rocca delle Caminate che era stata donata dalla sua famiglia dai forlivesi. Alla data venerdì I dicembre annota che "La stanza in cui è nato Mussolini è vuota e il letto è andato distrutto. Nel punto in cui si trovava il letto alcuni soldati hanno fatto i loro bisogni. Poi siamo andati nella residenza estiva di Mussolini. È un castello in stile antico eretto sulla vetta di una montagna a Rocca delle Caminate. Il castello è circondato da un bel parco adorno di statue lievemente danneggiate dal fuoco dell'artiglieria. Sulla torre c'è una sorta di faro che emette un fascio di luce tricolore. Gli interni del castello sono in rovina. Sul pavimento della biblioteca e delle altre stanze sono accatastati mucchi di album e fotografie che ritraggono momenti particolari della vita di Mussolini e della sua famiglia". La cittadinanza onoraria alla memoria del generale Anders riporta adesso in primo piano una piccola vicenda storica ma di grande importanza morale per i soldati che hanno combattuto in Italia "per la nostra e la vostra libertà".

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