La crisi post covid è lontana, sempre più voglia di spettacoli live

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AGI - Il settore dello spettacolo dal vivo "nei due anni post covid, nel 2020-2021, ha subito una crisi drammatica. Con le persone chiuse in casa, le nostre aziende e tutti i lavoratori del nostro settore hanno visto azzerarsi il proprio reddito, non ci sono stati concerti. Nel 2022-2023 per fortuna c'è stato un rialzo forse dovuto anche alla voglia di socializzazione successiva al dramma della pandemia. I numeri si sono alzati vertiginosamente, addirittura nel 2023 registriamo quasi un 96% di aumento rispetto al pre- covid, cioè rispetto al 2019". Lo dice all'AGI Bruno Sconocchia, presidente di AssoConcerti, associazione di categoria che raggruppa i più importanti organizzatori e produttori di musica dal vivo.

"Non è tutto oro quel che luccica - spiega - perché faccio presente come i maggiori ricavi 2022-2023 comunque non abbiano ancora neppure coperto quelle che sono state le perdite nei due anni precedenti. La tendenza che stiamo rilevando oggi dai nostri associati e dai dati della SIAE è che per l'anno corrente 2024 esiste ancora un trend di leggera crescita, credo che sia fisiologico che la curva si stia normalizzando, ma comunque è un trend ancora positivo"

Il settore presenta un'offerta molto vasta, tanti tour di artisti con grande diffusione nei teatri o nei club: non c'è il rischio di una eccessiva presenza a discapito della qualità o che più semplicemente ci si possa stancare?

Che la gente si possa stancare è possibile - aggiunge Sconocchia - ma i dati mostrano altro. Ancora oggi quando si va in vendita con alcuni concerti anche del 2025 quindi con un ampissimo lasso di tempo davanti, vanno esauriti in alcuni casi in pochi giorni, in altri in poche ore. Non mi sembra che si possa dire che il pubblico si stia stancando. Così come la qualità, se a stabilirla è il pubblico, evidentemente stiamo offrendo spettacoli di alta qualità perché questa è la tendenza nella vendita dei biglietti a questi concerti".

I prezzi dei concerti sono alti. È possibile calmierarli?

"Questo è un discorso molto complesso e difficile, in alcuni casi retorico. Il biglietto medio degli spettacoli in genere, come dicono i dati SIAE - aggiunge il presidente di AssoConcerti - è di 38 euro e nei grandi concerti che hanno presenze di oltre 15 mila persone, il biglietto medio è più alto e arriva a 61 euro. Questo significa che è vero che c'è il biglietto a 100 euro ma anche quello a 40 euro. È sempre tutto molto relativo, tutti conosciamo i prezzi di oggi di ristoranti, alberghi, del calcio e della lirica. Come e chi stabilisce qual è il prezzo giusto? Aggiungerei che poi il prezzo medio e massimo dei biglietti in Italia è molto più basso che in Europa e resto del mondo. Per esempio ai concerti di Taylor Swift a Milano abbiamo avuto un'altissima presenza di stranieri e americani perché con il costo del biglietto in America, la stessa persona si è pagata il biglietto aereo, ha soggiornato alcuni giorni a Milano e ha visto il concerto".

Il settore della musica dal vivo garantisce tanti posti di lavoro. A quanto ammonta il volume d'affari?

"I dati SIAE del 2023 che sono gli ultimi aggiornati - dice ancora Sconocchia - ci dicono che in Italia nel 2023 si sono tenuti 36 mila concerti con una presenza di quasi 24 milioni di spettatori e con una spesa del pubblico pari a 894 milioni di euro, è il record fino ad adesso e mi piace sottolineare oltre il 50% dell'intero comparto dello spettacolo dal vivo. Un dato che mi fa dire che noi oggi siamo l'industria trainante del mondo culturale italiano". 

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