La casa romana di Pasolini è stata donata allo Stato

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AGI - Un produttore italiano ha donato allo Stato la casa in cui lo scrittore, pensatore e regista Pier Paolo Pasolini visse a Roma tra il 1951 e il 1954, con l'intenzione di trasformarla in un museo e centro studi per promuovere la sua figura e aiutare i giovani talenti, a pochi mesi dal 50° anniversario della sua tragica morte.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il fondatore della casa di produzione Taodue, Pietro Valsecchi, che due anni fa riuscì ad acquistare all'asta l'umile casa in cui il regista e sua madre Susanna si stabilirono poco dopo il loro arrivo a Roma, hanno firmato mercoledì l'accordo di donazione, ha dichiarato il Ministero.

Pasolini (Bologna, 1922 - Ostia, 1975) “è stato un grande intellettuale del Novecento, che ha scavato più a fondo di altri nelle contraddizioni della società italiana. È stato uno spirito critico del suo tempo”, ha detto il ministro.

 

“È necessario celebrare la sua memoria e con questo atto le istituzioni si stanno preparando al meglio per creare, in occasione del 50° anniversario della sua morte nel 2025, una casa museo che diventi un centro studi, un luogo aperto ai giovani che vogliono approfondire il suo pensiero”, ha aggiunto.

 

Valsecchi ha sottolineato che la donazione “è un atto dovuto allo Stato italiano per l'importanza del nostro patrimonio culturale. Il luogo diventerà un centro di studio e di riflessione, aperto a poeti, artisti, registi, artisti e giovani che vogliono approfondire il loro pensiero”.

 

La casa si trova nel quartiere romano di Rebibbia, una di quelle periferie che Pasolini ritrasse in alcuni dei suoi romanzi più famosi sui furfanti dell'Italia del dopoguerra, come “Ragazzi di vita” (1955) o “Una vita violenta” (1959). Vi abitò tra il 1951 e il 1953, quando ancora si stava affermando come scrittore nella capitale, dove era arrivato in fuga dallo scandalo in cui era stato coinvolto in Friuli, con l'accusa di masturbarsi con dei ragazzini, che gli valse un processo e l'espulsione dal Partito Comunista. In questo appartamento di via Giovanni Tagliere, Pasolini iniziò la scrittura di "Ragazzi di vita”.

 

 

 

 

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