Il vaccino anti-Covid riduce ricoveri e parti prematuri

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AGI - Le donne in gravidanza che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid hanno un rischio significativamente più basso di sviluppare forme gravi della malattia e di partorire prematuramente rispetto alle non vaccinate. È quanto emerge da un ampio studio coordinato dall'University of British Columbia e pubblicato sulla rivista JAMA, basato sull'analisi di quasi 20.000 gravidanze in Canada durante diverse fasi della pandemia, dall'ondata Delta alle successive varianti Omicron. La ricerca utilizza i dati del sistema nazionale di sorveglianza CANCOVID-Preg e rappresenta uno dei più grandi studi osservazionali al mondo sugli effetti della vaccinazione anti-SARS-CoV-2 in gravidanza.

I risultati mostrano che la vaccinazione è associata a una riduzione di circa il 60 per cento del rischio di ricovero ospedaliero e di circa il 90 per cento del rischio di accesso in terapia intensiva tra le donne infettate durante la gravidanza, anche dopo l'aggiustamento per età, indice di massa corporea e patologie pregresse.

Benefici perinatali della vaccinazione

Lo studio evidenzia inoltre un beneficio rilevante sugli esiti perinatali. La vaccinazione è associata a una riduzione dei parti prematuri, definiti come nati prima della 37a settimana di gestazione, pari al 20 per cento durante la fase dominata dalla variante Delta e al 36 per cento durante l'ondata Omicron. L'analisi indica anche tassi più bassi di natimortalità tra le donne vaccinate, con un effetto particolarmente marcato per coloro che hanno ricevuto il vaccino durante la gravidanza piuttosto che prima del concepimento.

Protezione costante e valutazione rischio-beneficio

Secondo gli autori, i risultati sono coerenti nel tempo nonostante l'evoluzione del virus e suggeriscono che la protezione offerta dalla vaccinazione rimanga sostanziale anche con la comparsa di nuove sottovarianti. I dati mostrano inoltre un cambiamento importante nella valutazione rischio-beneficio per questa popolazione, tradizionalmente esclusa dagli studi clinici sui vaccini, rafforzando l'evidenza sull'efficacia e sulla sicurezza della vaccinazione in gravidanza.

Raccomandazioni internazionali e politiche sanitarie

Lo studio arriva in un contesto di indicazioni divergenti a livello internazionale. Negli Stati Uniti, il recente aggiornamento del calendario vaccinale per adulti non include una raccomandazione specifica per la vaccinazione anti-COVID in gravidanza, mentre in Canada e nelle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità la vaccinazione delle donne in gravidanza continua a essere raccomandata. Secondo i ricercatori, i nuovi dati forniscono un contributo rilevante al dibattito sulle politiche sanitarie, indicando che l'inclusione sistematica delle donne in gravidanza nelle strategie vaccinali può ridurre in modo significativo le complicanze materne e neonatali.

Importanza della gravidanza nelle strategie vaccinali

Gli autori sottolineano infine che lo studio evidenzia l'importanza di includere la gravidanza nella pianificazione della risposta a future epidemie respiratorie, mostrando come la prevenzione vaccinale in questa fase possa avere un impatto diretto e misurabile sulla salute materna e dei neonati.

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