Il Pil può aumentare grazie all'Intelligenza Artificiale

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AGI - Le ricadute dell'intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e imprenditoriale restano ancora "piuttosto limitate". Secondo le linee guida stilate dall'Agid, solo il 15% delle pmi italiane ha avviato un progetto pilota di IA nel 2022; "un valore assolutamente troppo basso, seppure in crescita di 9 punti percentuali rispetto all'anno precedente"; inoltre, circa 600 sono i brevetti in AI e poco più di 350 risultano le start-up di IA fondate a partire dal 2017, dato che ci colloca quale fanalino di coda in Europa.


E invece, rilevano gli esperti, "un importante acceleratore potrebbe essere l'IA generativa, il cui potenziale potrebbe portare ad aumentare il PIL italiano fino al 18,2% annuo, rappresentando una opportunità unica per rafforzare l'economia nazionale"; infatti, ben il 78,2% delle aziende italiane prevede di utilizzare nel breve-medio periodo tecniche di IA generativa, in particolare per la ricerca di informazioni, per assistenti virtuali e chatbot, nell'efficientamento dei processi, nel supporto alla creatività e nella simulazione e modellazione di scenari.

 

Il ruolo della formazione

 L'Italia dovrà promuovere una formazione di elevata qualità, "allineata alle nuove competenze richieste per affrontare le sfide che l'Intelligenza Artificiale ci porrà negli anni a venire". Lo scrive l'Agid nelle linee guida sull'intelligenza artificiale. Gli esperti ritengono che "da un lato, sarà fondamentale incentivare l'insegnamento della disciplina a livello universitario in tutte le sue sfaccettature, con attenzione anche alle rilevanti questioni etiche, all'interno di una vasta gamma di percorsi formativi, promuovendo così la collaborazione interdisciplinare. Dall'altro lato, sarà cruciale concentrare gli sforzi su percorsi tecnici specializzati, come ad esempio il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, mirando alla formazione dei ricercatori destinati a diventare i veri promotori dell'adozione dell'IA nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione". Considerato il notevole ritardo dell'Italia nel campo delle competenze digitali di base e l'imminente impatto dell'Intelligenza Artificiale sulle professioni, "diventa altresì essenziale promuovere percorsi educativi per le scuole e l'intera cittadinanza mirati a preparare la società italiana alla rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale, oltre che iniziative di reskilling e upskilling in tutti i contesti produttivi, non necessariamente legati al mondo ICT".

 

Le azioni nell'ambito della Ricerca dovranno essere sviluppate in un'ottica prospettica di "medio-lungo periodo, con l'ambizione di esplorare soluzioni tecnologiche innovative e ancora poco battute; quelle invece rivolte alla Pubblica Amministrazione e alle Imprese dovranno essere orientate a fornire risposte dirette e immediate alle pressanti esigenze di innovazione, prediligendo soluzioni di IA sviluppabili in un'ottica di breve periodo". 

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