Il centrosinistra chiede chiarezza al governo sul furto delle banche dati 

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AGI - Il coro delle opposizioni è unanime: "Meloni riferisca al Parlamento". Il tema è quello del furto delle banche dati sul quale indaga la Procura di Milano. Da Partito Democratico a Movimento 5 Stelle, passando per Piu' Europa e Avs, tutti i partiti della minoranza in Parlamento chiedono alla presidente del Consiglio di chiarire i contorni di quanto sta emergendo alle Camere, anche perché è stata resa evidente la "vulnerabilità" di alcuni presidi di sicurezza dello stato a cominciare dal Viminale. Un "caso enorme" quello di Milano, per Giuseppe Conte: "Venga la Presidente Meloni a riferire in Parlamento su questo grave squarcio di illegalità. Il capo del M5s si dice convinto che "a dover dare spiegazioni sono soprattutto gli esponenti del centrodestra oltreché del mondo imprenditoriale".  Una piccola nemesi storica, per Conte che ricorda gli attacchi all'ex magistrato e oggi parlamentare del M5s, De Raho, sul caso dei dossieraggi di Striano: "Vedremo se chi ieri infangava De Raho gli chiederà scusa dimostrando quantomeno senso dell'onore". Che si tratti di un caso riguarda da vicino il centrodestra lo dicono anche i dem. "Siamo di fronte a un sistema di sicurezza del Paese che fa acqua da tutte le parti e che, come e' evidente, viene usato dalla destra al governo per pericolosi dossieraggi e faide interne", sottolineano i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd Francesco Boccia e Chiara Braga in una nota in cui si annuncia una interrogazione per chiedere "com'è stato possibile riuscire a violare la banca dati dello Sdi, Sistema di indagine delle forze dell'ordine, e chi sono i reali mandanti di questa attività, nonché quali urgenti e improcrastinabili iniziative intenda assumere il governo per rafforzare la sicurezza nazionale sulle banche dati e per contrastare adeguatamente i crimini informatici informando tempestivamente il Parlamento".

 

Una interrogazione è annunciata anche da Italia Viva, mentre Matteo Renzi - fra coloro che risultano oggetto di dossieraggio - incarica i propri legali di costituirsi parte civile in tutti i procedimenti legati a spionaggio e pubblicazione illegittima di documenti illegalmente acquisiti. "Abbiamo fiducia nella magistratura che sta conducendo le indagini", premette Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra: "ma la presidente del Consiglio deve spiegare al Parlamento e ai cittadini perché e come sia potuto accadere, e quali interventi ha intenzione di attivare", aggiunge Fratoianni. Dello stesso avviso Riccardo Magi che sottolinea la "facilita'" con la quale sono state "bucate le reti del Viminale. E' necessario che, al di la' e parallelamente all'inchiesta giudiziaria, il governo faccia massima chiarezza in Parlamento su quanto avvenuto e garantisca la protezione di queste informazioni", sottolinea Magi.

 

Assieme alla richiesta di riferire in Parlamento, le opposizioni puntano i fari sulla recente legge sulla cybersicurezza. "Servono misure serie, non leggi a costo zero come quella recente sulla cybersicurezza", sottolinea il vicepresidente M5s, Michele Gubitosa. "Il governo, dopo aver varato una inutile legge sulla cybersicurezza, assolutamente priva di risorse, assiste inerme a una guerra intestina tra gruppi di potere giocata sulla pelle della democrazia italiana", rincarano i dem. E Renzi: "La Meloni fa la vittima un giorno sì e un giorno no. Ma da due anni la nostra Presidente del Consiglio è a Palazzo Chigi. Le chiedo: cosa sta facendo l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale? Che cosa sta facendo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che ha la delega ai servizi segreti di questo Paese? Anziché il solito piagnisteo alla Calimero, possiamo sapere che cosa sta facendo il nostro Governo per difendere i diritti inviolabili dei cittadini di questo Paese?".

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