AGI - È uscito "Farò più rumore del ratatata", un brano inedito degli Eugenio in Via Di Gioia, scritto per manifestare contro ogni forma di violenza, contro chi toglie la voce e per tutte le persone che l'hanno persa e dedicato a chiunque combatta ogni giorno l'oppressione, la paura e l'indifferenza. Un brano per far risuonare e rimbombare il silenzio inflitto da censure, condanne e torture che privano l'essere umano della sua libertà di espressione e zittiscono il dissenso. La storia del pezzo è quanto di più semplice e spontaneo possa accadere per un brano cosi' importante e pieno di significato. Una storia corale, fatta di persone che hanno deciso di abbracciare una giusta causa e aiutare, ognuna per la loro parte, ruolo e professione, un artista in difficoltà. Gli Eugenio in Via Di Gioia hanno fatto ascoltare a Willie Peyote il provino. Il brano canta di diritti negati e privilegi perpetrati, in Italia, come in Medio Oriente, come in molte parti del pianeta.
Con l'artista è partito un progetto dopo che lo stesso collabora a una iniziativa del Corriere della Sera per accendere una luce sulla storia del rapper Toomaj Salehi. Salehi considerato "la voce dell'Iran" dai suoi sostenitori e fan, è stato tra i primi artisti a sostenere le proteste antigovernative legate alla massiccia protesta del velo seguita alla morte di Mahsa Amini nel settembre del 2022. La 22enne studentessa curdo-iraniana morì mentre era in custodia della polizia morale a causa del velo obbligatorio messo male. Per i testi delle sue canzoni in cui denunciava gravi violazioni dei diritti umani e di libertà, criticando apertamente l'operato degli ayatollah, Salehi fu giudicato colpevole di "corruzione sulla terra", reato che secondo la lettura sciita della sharia (legge islamica) nella Repubblica islamica dell'Iran può condurre come accaduto a lui fino alla pena di morte. La band è entrata in contatto con l'attore e cantante Ashkan Kathibi a cui è bastato un ascolto solo per convincersi che sia la canzone giusta per rappresentare attraverso la musica una causa come quella di Toomaj. Da quel giorno tutto è avvenuto rapidamente perché il tempo per Toomaj ha un valore fondamentale. La band e tutti i team che collaborano con loro si sono attivati per trovare la via giusta per essere "di aiuto", come da sempre cercano di fare sui temi che scelgono di sostenere.
Dopo aver improvvisato per le strade di Torino una prima bozza del brano la band ha invitato Ashkan e l'attrice iraniana Sadaf Baghbani a raggiungerli sul palco dell'Oltre Festival di Bologna e cantare con loro la canzone. Il reel è stato visualizzato più di un milione di volte nelle prime 24 ore anche in Iran grazie alla traduzione in farsi di Ashkan. Si e' aperto un importante dialogo con le comunità Iraniane ed è nata l'idea di cantare insieme a Willie Peyote per la Festa della Musica 2024, giorno in cui molti artisti, persone e associazioni hanno accolto il loro invito sostenendo pubblicamente Toomaj sui loro social. "Faro' Piu' Rumore Del Ratatata nasce dall'esigenza di ritrovare il coraggio di esprimersi liberamente, di usare la voce e l'arte per tornare a gridare insieme che questo mondo ingiusto, iniquo, corrotto, non ci piace - ha dichiarato Eugenio Cesaro - Farlo con l'aiuto di Willie Peyote (che ha coscritto il brano) e la produzione di okgiorgio è stato come amplificare il suono e aprire un coro. Nell'incontro con Ashkan e nelle storie iraniane il nostro sentimento ha trovato risonanza e quando siamo riusciti a fare ascoltare il brano a Toomaj, attraverso il suo avvocato, lui ha deciso di partecipare. Volevamo far sentire la partecipazione di Toomaj nella canzone e cosi' ci è venuta l'idea di utilizzare l'intelligenza artificiale. Le sue parole sono state cantate da Willie e sono diventate la voce di Toomaj. In quel momento abbiamo capito che quel coro stava diventando davvero collettivo e che ciascuno, grazie alla propria piccola dose di coraggio, puo' davvero fare la differenza".
Il risultato è un lavoro di gruppo, collettivo. La copertina del brano infatti, dal titolo "Selfie", e' un'opera realizzata da Sedicente Moradi street artist fiorentino, pittore e scultore che rida' vita ad alberi, tronchi e radici abbandonati dall'Arno attraverso la sua arte della restituzione, del quotidiano, dell'essenziale, un artigiano che costruisce senza distruggere e che ridà dignità, con cura, allo scarto. La corte suprema iraniana ha annullato la condanna a morte del rapper Salehi ordinando un nuovo processo. Fino ad allora e' importante far sentire, seppure a centinaia di chilometri di distanza, il sostegno a coloro che ne hanno bisogno senza dimenticare mai che Toomaj Salehi è un artista, un rapper che canta le sue canzoni, come fanno molti artisti ogni giorno in molte parti del mondo. Gli Eugenio in Via di Gioia, nel frattempo stanno portando avanti il loro tour.