I mercati alla prova del voto francese. Cosa fa paura agli investitori

5 mesi fa 86

AGI - Mercati alla prova del voto francese. Non è passato nemmeno un mese dalle elezioni europee, che hanno restituito uno scenario politico complicato e instabile a causa dell'avanzata dell'estrema destra sovranista, e ora le Borse si ritrovano a fare i conti con le elezioni anticipate in Francia, indette dal presidente Emmanuel Macron proprio in considerazione dell'esito negativo del voto europeo.

Il Ressemblement National, il partito di Marine Le Pen, ha ottenuto oltre il 30% dei consensi, e alla luce dei risultati delle elezioni Macron ha deciso di sciogliere il Parlamento e di indire elezioni legislative anticipate previste per domani (primo turno) e il 7 luglio (secondo turno). Circa 50 milioni di francesi sono chiamati alle urne per rinnovare l'Assemblea nazionale.

La maggior parte dei sondaggi mostrano che il Rassemblement National è sulla buona strada per ottenere la maggioranza nell'Assemblea Nazionale composta da 577 membri. Si prevede un'elevata affluenza alle urne e i sondaggi d'opinione finali danno al Rn tra il 35% e il 37% dei voti, contro il 27,5-29% per l'alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare e il 20-21% per il campo centrista del presidente.

Il debito pubblico più grande d'Europa

Per lunedì Macron ha convocato una riunione del governo per decidere la linea d'azione in vista del secondo turno di votazioni del 7 luglio. La situazione politica francese appare particolarmente delicata dal momento che la Francia non versa in una situazione di solide finanze pubbliche, con un debito pubblico in rapporto al Pil nazionale intorno al 110,6% nel 2023.

Il debito pubblico pro-capite dei francesi è salito a 45.000 euro ed è previsto arrivare a 50.000 nel giro di due anni. Lo scorso anno il governo ha chiuso l'esercizio con un deficit del 5,5% in rapporto al Pil spingendo l'Unione europea ad avviare una procedura d'infrazione. Considerando anche spread sempre molto ridotti nei confronti della Germania, le emissioni sono state scarsamente oggetto di investimenti da parte degli investitori domestici e oggi il 50,5% del debito pubblico francese risiede in mano straniera ed è quindi potenzialmente più esposto a maggiore instabilità speculativa.

Il debito francese, in valore assoluto, è il più grande d'Europa, pari, a fine 2023, a 3.101 miliardi di euro. Nel 2024 il deficit pubblico sarà superiore al 5 per cento del Pil, uno dei valori più alti dell'Eurozona, mentre si prevede che il debito, vicino alla soglia del 110 per cento, continui ad aumentare nei prossimi anni.

Il rating francese

Secondo l'agenzia di rating Fitch, la decisione di indire elezioni parlamentari anticipate aumenta l'incertezza sul percorso di consolidamento fiscale del Paese e sulle prospettive di ulteriori riforme economiche. Tuttavia, non ci sono implicazioni immediate per il rating "AA-"/stabile della Francia. Anche Moody's mette in guardia sottolineando prolungato periodo di instabilità politica post elezioni potrebbe avere "un impatto negativo" sull'ambiente operativo delle banche francesi. Attualmente, Moody's mantiene un rating Aa2 sulla Francia, un gradino sopra quelli di S&P e Fitch, ma l'esito elettorale è "credit negative" e potrebbe portare a un taglio dell'outlook da stabile a negativo e alla lunga a un abbassamento del merito di credito francese.

Il risultato delle elezioni non è affatto scontato e il rischio di trovarsi di fronte a una crisi finanziaria nel cuore dell'Europa spaventa i mercati. Le due coalizioni che potrebbero vincere le elezioni hanno infatti programmi economici populisti, in una situazione difficile dei conti pubblici.

I timori degli investitori

Gli investitori sono preoccupati perché il manifesto del Rn non prevede nel suo programma la messa in sicurezza del bilancio dello Stato. Al contrario, esso propone, ad esempio, tagli significativi di alcune imposte, prolungamento ed estensione dei sussidi per i consumi di energia delle famiglie, mantenimento di un'età pensionabile tra le più basse dell'Unione europea.

Ma allo stesso tempo, a intimorire le piazze finanziarie è anche una possibile vittoria della coalizione di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare, che presenta un programma particolarmente radicale con una maggiore progressività fiscale, il blocco dei prezzi sui beni di prima necessità, la riforma delle pensioni, l'aumento del salario minimo e l'ampliamento del settore pubblico con la nazionalizzazione delle principali infrastrutture. I mercati, osserva Luca Vallarino, responsabile Trading Desk e gestore e membro del Comitato Investimenti di IMPact sgr, "non amano l'instabilità politica e l'incertezza, che si aggiunge alla scarsa visibilità sui tassi d'interesse e di conseguenza gli indici europei sono stati in generale oggetto di significative vendite sul mercato, arrivando a perdere mediamente il 4%".

La vittoria del Rassemblement National potrebbe di sicuro aumentare la volatilità, con la Le Pen intenzionata a tagliare i contributi al bilancio dell'Ue e desiderosa di perseguire un programma populista e fiscalmente espansivo. Secondo gli analisti, gli asset francesi manterrebbero il loro premio per il rischio, che sarebbe maggiore in uno scenario in cui il Rassemblement National dovesse raggiungere una chiara maggioranza in Parlamento, invece di essere il partito più grande in un'assemblea fratturata e disfunzionale, che faticherebbe a ottenere qualcosa.

Secondo l'analista di Ebury, Micha Jozwiak, l'impatto di mercato delle elezioni francesi sarà, nella migliore delle ipotesi, neutrale. In particolare, lo scenario meno ribassista sarebbe costituito proprio da un Parlamento privo di maggioranza, ma con un risultato superiore alle aspettative per la coalizione di Macron. Se l'esito del voto dovesse essere incerto, la prossima settimana l'andamento dei mercati potrebbe addirittura essere opposto a quello registrato in questa ottava, cioè delle prese di beneficio a Wall Street e un rimbalzo nell'Eurozona. 

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