AGI - Le elezioni comunali si terranno domenica 25 e lunedì 26 maggio e l'8 e il 9 giugno per il secondo turno, con l'election day per far coincidere il voto sui referendum con la prima tornata oppure con i ballottaggi. È l'ipotesi su cui sta lavorando il governo, come riferito dai comitati promotori dei cinque quesiti referendari dopo un'ora di incontro a Palazzo Chigi con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Decreto elezioni e accorpamento con i referendum
Già nel prossimo CdM, atteso giovedì, potrebbe arrivare il decreto elezioni necessario per spalmare su due giornate il voto (per ogni turno) alle comunali e per, eventualmente, decidere l'accorpamento con i referendum. Intanto i referendari temono il voto a giugno, con rischi 'balneari' connessi, e intensificano il pressing sull'esecutivo 'chiamato' a "garantire la massima partecipazione" alle urne.
Obiettivo quorum e partecipazione
Raggiungere il quorum, l'obiettivo dichiarato di Maurizio Landini e di Riccardo Magi entrati nella sede del governo 'accompagnati' da un matitone gonfiabile a simboleggiare il diritto di voto. "Votare a maggio" per scongiurare il fuggi fuggi verso spiagge o località montane, "una maggior informazione radio televisiva" (preoccupa lo stallo in Vigilanza Rai) e dare la possibilità di votare ai lavoratori e agli studenti fuori sede: sono i tre capisaldi della marcatura sull'esecutivo da parte del leader della Cgil (promotore dei 4 referendum sul lavoro) e del segretario di Più Europa che ha lanciato quello sulla cittadinanza.
Date e valutazioni del governo
Sciolto il nodo dell'election day, ora la 'partita' si gioca sulle date. A giugno si va al mare, mentre a maggio le scuole sono aperte e il rischio urne vuote sarebbe quindi minore, la tesi dei referendari. Sulla data da cerchiare in rosso per l'election day il governo, si apprende, è ancora in fase di valutazione. L'esecutivo, con una nota, sottolinea "l'intenzione di individuare le date per le prossime consultazioni amministrative e referendarie in modo da conciliare la più ampia possibilità di partecipazione dei cittadini con le esigenze di continuità dell'attività didattica nelle scuole sedi di seggio elettorale. È in atto una valutazione sulla possibilità di votare in due giorni (domenica e lunedì) anziché, come previsto dalla normativa vigente, in un solo giorno". Così come si stanno analizzando le "modalità tecniche per consentire il voto dei fuorisede", spiega sempre Palazzo Chigi.
Preoccupazioni e richieste dei referendari
"Non vogliamo pensare - aveva detto Magi nel flash mob davanti alla Camera poco prima dell'incontro con il governo - che la presidente del Consiglio voglia nascondersi dietro l'astensione, voglia cioè remare a favore della mancanza del quorum". I referendari hanno poi espresso "la massima preoccupazione al governo" sull'informazione televisiva "sapendo che non è direttamente il soggetto istituzionale investito di quest'obbligo ma sapendo - ha sottolineato Magi - che i soggetti istituzionali che dovrebbero muoversi vivono per motivi politici uno stallo. In particolare la commissione di Vigilanza Rai che dovrebbe approvare il regolamento per la disciplina degli spazi della campagna elettorale".
Garanzie e iniziative del governo
In relazione alla richiesta di garantire il rispetto delle norme sulla 'par condicio', il governo "ha ricordato come le maggiori competenze - ha sottolineato Palazzo Chigi - ricadano sulla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e sull'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e ha comunque assicurato che saranno adottate tutte le iniziative necessarie da parte del Dipartimento per l'informazione e l'editoria".
Copertura informativa e stanziamenti
Sempre sul fronte della copertura informativa, Landini ha sollecitato il governo allo sblocco di uno "stanziamento che in questi casi riguarda le radio e le televisioni perché è possibile che tutti quelli che si rendono disponibili a dare informazioni possano avere anche un contributo. C'è una legge che lo prevede". Per il leader della Cgil "il referendum è uno strumento che nella Costituzione esiste proprio per permettere ai cittadini di potersi pronunciare direttamente anche sulle leggi. La democrazia esiste se i cittadini hanno la possibilità di praticarla e il voto è uno dei massimi strumenti di democrazia".