AGI - I mercati oggi rimbalzano dopo che ieri la paura di una recessione negli Usa li ha fatti pesantemente deragliare, anche se i trader si aspettano un'estrema volatilita' nelle prossime ore. In Asia la Borsa di Tokyo è risalita di quasi l'11%, sostenendo gli altri listini della regione, dopo che ieri il Nikkei è crollato del 12,4%, registrando il peggior sell-off dal Lunedì Nero del 1987. Anche i future a Wall Street si stanno riprendendo, dopo aver registrato ieri la giornata peggiore da quasi due anni.
Negli ultimi giorni i mercati globali sono scesi per il timore che la Federal Reserve sia stata troppo lenta a rispondere ai segnali di indebolimento dell'economia statunitense e che potrebbe essere costretta a recuperare terreno con una serie di rapidi tagli dei tassi di interesse. Inoltre la svendita globale è stata esacerbata dalla cessazione del cosiddetto carry trade sullo yen, tramite il quale i trader avevano approfittato dei bassi tassi di interesse del Giappone per contrarre prestiti in yen e acquistare attivita' rischiose nei Paesi emergenti.
A rimettere i mercati in carreggiata, almeno per ora, hanno contribuito ieri le dichiarazioni rassicuranti di due alti funzionari della Fed. Mary Daly, la presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, ha detto di essere "più fiduciosa" che l'inflazione statunitense si stia dirigendo verso l'obiettivo del 2% della Fed.
"E' chiaro che l'inflazione si sta avvicinando al nostro obiettivo e che il mercato del lavoro sta rallentando e siamo arrivati al punto in cui dobbiamo bilanciare questi obiettivi", ha dichiarato Daly a un evento alle Hawaii. Anche il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee ha parlato ieri alla Cnbc sostenendo che l'economia Usa ha rallentato ma non sembra essere entrata in recessione e che comunque la banca centrale è pronta a rispondere ai segnali di debolezza economica, suggerendo anche che gli attuali tassi di interesse potrebbero essere troppo proibitivi.
Anche le valute questa mattina sembrerebbero aver invertito la rotta, con il dollaro che è risalito fino a 145,64 yen, dopo essere sceso ieri dell'1,5% a un minimo di 141,675. Inoltre il dollaro ha ridotto le perdite sul franco svizzero, la valuta rifugio per eccellenza, attestandosi a 0,8546 franchi da un minimo di 0,8430.
E sull'euro il biglietto verde si è stabilizzato, restando comunque debole a 1,0958, dopo che ieri gli investitori hanno venduto di tutto, dal peso messicano alle azioni taiwanesi, abbandonando frettolosamente le operazioni finanziate con prestiti a bassi tassi in valuta giapponese per acquistare asset rischiosi ad alto rendimento. Sul fronte obbligazionario i tassi dei Treasury si sono allontanati dai minimi, dopo che ieri quello del dieci anni è salito brevemente sopra quello a due anni per la prima volta dal luglio 2022, poichè i trader hanno aumentato le loro scommesse sul fatto che la Federal Reserve avrebbe presto tagliato i tassi di interesse. Oggi dunque i mercati provano a ritrovare la 'bussola', dopo aver accelerato i sell-off, iniziati la settimana scorsa, dopo che venerdì il debole rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti ha alimentato i timori di una recessione nella più grande economia mondiale.