Così i vulcani sottomarini danno vita agli tsunami

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AGI - Identificate alcune condizioni che potrebbero trasformare le esplosioni vulcaniche sottomarine in tsunami. Lo rivela uno studio guidato da Yaxiong Shen, dell'Università di Auckland, riportato su Science Advances. Il lavoro aiuta a colmare un'importante lacuna nella comprensione di come vengono generati gli tsunami indotti dai vulcani e perché alcune eruzioni sottomarine potrebbero essere più distruttive di altre. Ci sono poche osservazioni dirette di eruzioni vulcaniche sommerse, ma l'interesse per questi eventi e' cresciuto dopo la massiccia eruzione e lo tsunami di Hunga Tonga-Hunga Hàapai del 2022. "Nel tempo, questi tsunami hanno causato dal 20% al 25% di tutte le vittime associate all'attività vulcanica", hanno osservato gli autori.

 

Nei loro esperimenti, Shen e colleghi hanno generato esplosioni di vapore sommerse con diverse intensità della sorgente, profondità dell'acqua, temperatura dell'acqua, durata e altre variabili. I loro risultati li hanno aiutati a identificare tre diversi regimi di eruzione, quali eruzioni in acque basse, intermedie e profonde, che hanno potenziali d'onda variabili se si tiene conto anche della forza della sorgente e della durata dell'eruzione. Gli scienziati hanno scoperto che la transizione tra profondità basse e intermedie contiene una profondità tale che può massimizzare l'altezza delle onde degli tsunami, mentre una profondità di transizione simile tra profondità intermedie e profonde segna una profondità per cui la perturbazione delle onde superficiali può essere ridotta al minimo. L'intensità della fonte di eruzione del vapore e la profondità dell'acqua sembrano essere i fattori più importanti nella formazione delle onde, seguiti dalla durata del getto di vapore. Mentre questi dati sperimentali possono aiutare a limitare le condizioni di formazione delle onde degli tsunami da parte dei vulcani sommersi, Shen e colleghi notano anche che altri eventi, come il cedimento del fianco del vulcano, i flussi piroclastici, le onde d'urto e il collasso della caldera, che avrebbero anche essi un impatto sul potenziale di un'eruzione nel generare uno tsunami.

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