Chiara Appendino 'agita' il M5s e riflette sulle dimissioni dall'incarico di vicepresidente

1 mese fa 29

AGI - L'onda lunga delle elezioni in Toscana continua alimenta i malumori dentro il M5s. In particolare, sarebbe in corso una riflessione da parte della vicepresidente del Movimento, Chiara Appendino, che potrebbe sfociare nella rinuncia all'incarico.

Nell'assemblea congiunta che si è tenuta ieri sera, stando a quanto si apprende, l'ex sindaca di Torino avrebbe sottolineato la necessità, per i Cinque Stelle, di non schiacciarsi sulle posizioni del Pd, ma di avere una "postura più autonoma".

A preoccupare sono i flussi elettorali che vedono il M5s in perdita nella regione. In particolare, è il dato relativo all'astensione che sembra colpire in maniera più forte l'elettorato Cinque Stelle.

Un dato che fa riflettere anche perché, come segnalato dallo stesso Conte, il sostegno a Eugenio Giani è stato frutto di un lavoro non facile condotto nel territorio.

"Sicuramente per noi è stato un percorso faticoso perché, come abbiamo detto dall'inizio, veniamo da un'opposizione chiara, forte e sincera della giunta uscente di Giani. Per noi è stato complicato poter partecipare a questa coalizione e lo abbiamo fatto sulla base di temi e progetti e con un cambio di asse politico e assetti strategici".

Un lavoro che Conte rivendica e, arrivando a Villa Nazareth per partecipare al conferimento del Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace alla parrocchia di Gaza, sottolinea che dare una postura autonomia è esattamente "quello che il Movimento sta facendo in ossequio al processo costituente che ha autodefinito il M5s una forza progressista indipendente".

E, quanto alle alleanze con il Pd, precisa: "Si va insieme solo se ci sono programmi chiari, concordati per iscritto, dove i nostri obiettivi strategici sono condivisi. È quello che è stato fatto fino a qui e noi siamo assolutamente tutti legati a quello che è stato il processo costituente".

Non solo. A scandagliare fonti parlamentari rispetto alla questione della postura, si registra un certo stupore. È strano, ragiona un deputato, che questa critica arrivi proprio nei giorni in cui nel Partito Democratico si riapre il dibattito con i riformisti, a disagio nel vedere il Pd succube del Movimento, e in cui il gruppo pentastellato alla Camera è riuscito a mantenere una posizione terza sulla mozione riguardante il memorandum con la Libia rispetto a quella di Pd, Avs, Italia Viva e Più Europa.

Quanto, poi, alle dimissioni di Appendino, il capo del Movimento precisa di non avere ricevuto nulla: "Lo scrivono i giornali. Ieri abbiamo fatto, come spesso accade, un confronto in congiunta e non c'è stato nessun annuncio di dimissioni. Io non ho ricevuto nulla.

"Permettetemi di dire", ha aggiunto rivolgendosi ai cronisti, "che sono il presidente che ha nominato la vicepresidente: se ci fossero state dimissioni sarebbero arrivate prima a me e in questa situazione non avrebbe senso perché io devo andare in votazione per il rinnovo della presidenza, siamo tutti in scadenza e scadono anche i vicepresidenti".

Insomma, se Chiara Appendino vuole rinunciare all'incarico può attendere la conclusione dell'iter di elezione del presidente. Se, come appare probabile, Conte sarà rieletto, basterà che rinunci all'incarico, semmai dovesse esserle offerto.

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