Bracciante morto: i sindacati in piazza "stop al caporalato" 

5 mesi fa 203

AGI - Il 22 giugno alle 17 manifestazione della Cgil a Latina per ricordare Satnam Singh, bracciante dell'Agro Pontino deceduto in seguito alle ferite riportate in un incidente sul lavoro. La confederazione ha lanciato anche una raccolta fondi a sostegno della famiglia. Martedì prossimo invece la manifestazione promossa dalla comunità indiana di Latina in sua memoria. Al presidio della prossima settimana hanno subito risposto garantendo la propria partecipazione la Fai-Cisl e la Uila-Uil.

 

Per l'intera giornata del 25 giugno è stato indetto anche uno sciopero, attraverso cui i sindacati dichiarano di voler denunciare l'irregolarità e lo sfruttamento insiti nel settore agricolo. Ben lontano dall'essere un caso isolato, la morte di Satnam Singh ha reso visibile il carattere sistemico della violenza nel lavoro irregolare e nel caporalato, secondo la maggior parte dei sindacati. Stando ai dati dell'Ispettorato nazionale del lavoro relativi alle 8.222 verifiche condotte nel 2023 nel Lazio, il fenomeno del caporalato mostra infatti la sua impietosa persistenza in Italia, registrando 608 casi su 785 lavoratori.

 

La morte disumana del bracciante indiano, avvenuta dopo 36 ore di agonia, in seguito alla mutilazione di un braccio non curata nei tempi necessari, rientra proprio nel contesto del radicamento in Italia, e nelle campagne laziali, del caporalato. Dopo essere stato risucchiato da una macchina avvolgiplastica, che stava utilizzando nell'azienda agricola di Latina in cui lavorava in nero, Satnam Singh e' stato infatti lasciato dal suo datore di lavoro davanti la sua abitazione e non in ospedale, per evitare i rischi che la scoperta della sua irregolarità avrebbe comportato. Per l'episodio è indagato il titolare dell'azienda per omicidio colposo. Il Questore di Latina oggi ha rilasciato un permesso di soggiorno per motivi di "protezione speciale" alla vedova. 

 

"Sono atti disumani che non appartengono al popolo italiano, e mi auguro che questa barbarie venga duramente punita", ha sottolineato ieri il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. A definire l'accaduto un "atto di schiavismo", è stato il leader Cgil Maurizio Landini, che ha denunciato il fatto che "in interi pezzi di nostra economia il caporalato e il lavoro nero, che fanno stragi sul lavoro, sono la norma". Rassicura, invece, sulla vicenda, la ministra del Lavoro Marina Calderone, che al termine di tavolo con i sindacati e le associazioni datoriali sul caporalato di questo pomeriggio, ha dichiarato che "lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato e intensificare le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro, mette a repentaglio le vite umane e non fa crescere certo un comparto strategico come l'agricoltura".

 

Presente al tavolo con la ministra, anche il titolare dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, secondo cui "una delle cose emersa dalla riunione è che in queste situazioni accade un fatto: la criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Al decesso di un operaio per colpa di un criminale, si criminalizzano le imprese agricole". Nel corso del tavolo si è discusso di aumentare i controlli incrociati tra le banche dati per favorire l'emersione del lavoro sommerso. 

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