Bonus prima casa e Natale, tre miliardi dalle banche e quoziente familiare: le novità della manovra

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AGI - Il Consiglio dei ministri serale chiamato ad approvare la legge di bilancio e il Documento programmatico, che va inviato entro stasera a Bruxelles. I punti cardine della manovra, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi di euro, sono stati definiti: conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e della riduzione a tre aliquote Irpef.

 

Ma l'attesa è tutta per il contributo che verrà chiesto agli istituti di credito, su cui la maggioranza discute da settimane vista la presenza di sensibilità diverse sul tema. Si ipotizza un contributo che potrebbe aggirarsi attorno ai 3-4 miliardi di euro. Sono attesi anche tagli lineari ai singoli ministeri che potrebbero aggirarsi attorno al 5% del budget, ad eccezione della Sanita', che potrebbe ottenere fino a 3 miliardi aggiuntivi. Altro asse portante della legge di bilancio è il tentativo di contrastare l'inverno demografico tramite un intervento sull'assegno unico o degli sgravi ad hoc. Atteso anche un provvedimento per sfoltire le tax expenditures.


"Deve essere applicato sempre l'articolo 53 della Costituzione, che dispone che tutti debbano contribuire sulla base della propria capacita' contributiva: e quindi chi ha più capacita' contributiva deve contribuire di più, ma attenzione, capacita' contributiva significa reddito lordo", commenta il presidente dell'Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli.
Le parole del governo. "Al collega Fratoianni, che parlava di banche e extraprofitti, dico che vedremo con la legge di bilancio. Potrebbe scoprire che questo governo ha avuto più coraggio di quello che ha avuto la sinistra quando era al governo", ha rivendicato la premier Giorgia Meloni parlando alla Camera.


L'accordo con gli istituti di credito "serve a tranquillizzare i mercati, perché una tassa sulle banche spaventa i mercati e spaventa tutto il mondo delle imprese, spaventa gli investitori", sottolinea il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani. Gli azzurri hanno espresso finora le maggiori perplessità sul tema. Mentre il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sottolinea: "Bene l'intervento sulle banche, come la Lega ha sempre auspicato. Visti i guadagni da 40 miliardi del solo 2023 mi aspetto contributi importanti per sostenere il Paese e, soprattutto, il sistema sanitario nazionale".


Da soli la conferma del taglio del cuneo e della riduzione a tre aliquote Irpef, che il governo è intenzionato a rendere strutturali, valgono circa 15 miliardi. Poi c'è l'ipotesi di ampliare il taglio del cuneo al ceto medio, per i redditi fino a 60mila euro, per la quale pero' servirebbero tra 2,5 e 4 miliardi. Ma potrebbe risolversi in una estensione più limitata solo fino ai 40 mila euro, meno onerosa.


Le risorse sono limitate. Gli impegni presi con la Ue nel Piano Strutturale di Bilancio approvato nelle scorse settimane chiedono una riduzione del debito pubblico, che è arrivato a sfiorare i 3mila miliardi, con l'obiettivo di ridurre il rapporto deficit/Pil sotto il 3% nel 2026. Se la Ue darà disco verde a spalmare il piano a 7 anni, l'Italia è attesa da una politica di contrazione delle spese da circa 13 miliardi all'anno. Qualche risorsa a sostegno delle misure della legge di bilancio potrebbe arrivare dal buon andamento delle entrate tributarie nel 2024, appare più complesso invece tramite il concordato preventivo biennale.

 

Da giorni il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ripete che se non saranno i singoli ministeri a presentare una spending review in proprio sarà lui a dover "fare la parte del cattivo", con tagli a tutti i dicasteri a eccezione del comparto sanità. E che l'approccio del governo ai conti pubblici resta "prudente" e "responsabile".


In manovra sarebbe previsto anche un cambio sulle detrazioni fiscali, con ipotesi di tetto e quoziente familiare. E un possibile bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa.
Le opposizioni criticano il testo in arrivo, parlando di manovra "lacrime e sangue" e di tagli.

 

"Troviamo opaco il modo di agire del governo sui numeri dello Stato. Non abbiamo i dati programmatici sulla spesa, ci riferiamo soprattutto ai tagli inevitabili che il ministro Giorgetti sta facendo sul trasporto pubblico locale, su scuola, sanità e tagli lineari ai ministeri", dice il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia. 

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