Artrite reumatoide, cosa c'è di nuovo nelle cure

2 mesi fa 5

AGI - Nella patologia dell'artrite reumatoide, AR, una citochina specifica dei primati, chiamata IGFL2, gioca un ruolo cruciale nell'amplificare l'infiammazione articolare, fornendo nuove conoscenze sui meccanismi molecolari che guidano l'infiammazione cronica nell'AR. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Kyoto, riportato su Science Immunology.

Le cellule T helper periferiche, Tph, sono un sottogruppo di linfociti T helper presenti nel tessuto sinoviale articolare dei pazienti con AR produce IGFL2, che è una molecola non presente in modelli animali tradizionali, come topi, ma specifica dei primati, quindi rilevante per l'uomo.

IGFL2 e la risposta infiammatoria

IGFL2 stimola la produzione della proteina CXCL13, una chemochina molto coinvolta nella formazione dei centri germinativi ectopici nelle articolazioni e nella produzione di autoanticorpi associati all'AR severa. Inoltre, attiva monociti e macrofagi, due tipi di cellule immunitarie che contribuiscono a intensificare la risposta infiammatoria e il danno tissutale articolare. Il blocco di IGFL2 riduce l'attivazione di queste cellule, suggerendo un potenziale terapeutico.

IGFL2 come biomarcatore

I livelli di IGFL2 nel sangue sono molto più alti nei pazienti con AR rispetto agli individui sani. I livelli di IGFL2 correlano con la gravità della malattia, suggerendo che IGFL2 possa essere usata come biomarcatore per diagnosticare e monitorare l'attività patologica. La specificità di IGFL2 ai primati rende difficile studiarla in modelli animali convenzionali, sottolineando l'importanza di studi diretti sui pazienti. Comprendere meglio la regolazione di IGFL2 e la sua interazione con altre cellule immunitarie potrà facilitare lo sviluppo di nuovi trattamenti mirati che modulino specificamente questa molecola, potenzialmente migliorando i risultati e la qualità di vita nei pazienti con AR.

Implicazioni terapeutiche di IGFL2

Le scoperte possono inoltre estendersi ad altre malattie autoimmuni con meccanismi infiammatori simili. In sintesi, IGFL2 sembra svolgere il ruolo di un "comandante immunitario" difettoso che alimenta un circolo vizioso di infiammazione e danno articolare nell'artrite reumatoide umana, rappresentando un nuovo bersaglio promettente per terapie più specifiche e una migliore diagnosi precoce.

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