AGI - Anche i senza fissa dimora avranno diritto al medico di base. Lo prevede una legge proposta dal deputato dem Marco Furfaro e approvata all'unanimità dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento che si compone di tre articoli prevede uno stanziamento di 1 milione di euro per il 2025 e il 2026, assicurare progressivamente il diritto all'assistenza sanitaria a tutte le persone senza dimora, prive della residenza anagrafica nel territorio nazionale o all'estero. Si tratta di una misura sperimentale che ora dovrà ottenere il via libera del Senato per entrare in vigore.
"Questa legge non solo restituisce il pieno diritto alle cure a decine di migliaia di persone, ma finalmente sapranno che lo Stato non le ha abbandonate. E che uscire da una condizione di fragilità è possibile. Sono felice. Perché oggi la politica riesce a dare di sè l'immagine più bella, quella che cambia la vita delle persone. In meglio". Lo afferma il capogruppo democratico nella commissione Affari sociali della Camera e responsabile welfare del partito Marco Furfaro, primo firmatario della proposta di legge approvata all'unanimità dall'Aula della Camera, che riconosce il diritto all'assistenza sanitaria per le persone senza dimora, anche se non hanno la residenza anagrafica in Italia o all'estero. Attualmente, chi non è iscritto all'anagrafe comunale perde il diritto all'assistenza sanitaria, tranne per le emergenze al pronto soccorso - sottolinea una nota del Pd -. Stiamo parlando di padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono in strada e non hanno un tetto sopra la testa. Persone che per vari motivi perdono la possibilità di avere una dimora propria e che purtroppo perdono conseguentemente anche la residenza. E questo comporta il venire meno di un pieno accesso al diritto alle cure perché senza residenza non si può accedere al medico di base (e ai Sert, a un consultorio, a un centro di salute mentale). Con la legge Furfaro viene colmata questa grave lacuna che impedisce ai senza dimora l'accesso alle cure.
La nuova legge è in linea con i principi degli articoli 3 (uguaglianza) e 32 (diritto alla salute) della Costituzione, e con la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, secondo cui l'assistenza sanitaria deve essere garantita a tutti, senza distinzione di condizioni individuali o sociali. La nuova legge sarà sperimentata per due anni (2025-2026) in 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) con un budget di 2 milioni di euro, coprendo oltre il 60% delle persone senza dimora presenti nel nostro paese.
Cittadinanza Attiva, si garantisce assistenza di base agli invisibili
“La proposta di legge approvata ieri sera è un passo in avanti importante verso il sistema universalistico in cui crediamo e su cui si fonda il nostro Servizio sanitario nazionale, e ci rende particolarmente orgogliosi perché recepisce la richiesta di garantire l'assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili - svincolandola dalla residenza anagrafica e dalla regolarità di soggiorno - che avevamo avanzato attraverso la nostra Carta civica della salute globale. Allo stesso tempo è la dimostrazione che il concetto di inclusione è praticabile attraverso politiche pubbliche che nella concretezza rendano esigibili i diritti, a cominciare da quello alla salute, unico diritto a essere indicato come “fondamentale” dalla nostra Costituzione”, dichiara Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva.
Secondo i dati 2022 dell'ISTAT sono 96.197 le persone senza tetto e senza fissa dimora iscritte in anagrafe. La maggioranza è composta da uomini e il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, provenienti in oltre la metà dei casi dal continente africano. Le persone senza tetto e senza fissa dimora censite sono residenti in 2.198 comuni italiani, ma si concentrano per il 50% in 6 comuni: Roma con il 23% delle iscrizioni anagrafiche, Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).
“Grazie a questa norma appena approvata alla Camera, si punta a garantire un diritto e la dignità a migliaia di persone che, proprio in conseguenza delle precarie condizioni di vita, hanno spesso importanti problemi di salute fisica o mentale. Ora – conclude Moccia - ci auguriamo una rapida e altrettanto unanime approvazione al Senato”.