Antonello Colonna, tra Olimpiadi e calcio: "Dybala? Un piatto con sfumature”

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AGI - Nel cuore delle campagne di Labico, a pochi chilometri da Roma, c’è un luogo che è diventato negli anni una sorta di regno personale per Antonello Colonna. Un resort immerso nel verde, dove lo chef stellato accoglie personalità da tutta Italia e non solo, tra alta cucina, ricerca e quell’ospitalità che rappresenta da sempre la sua firma. Lo incontriamo in giorni di grande fermento: Colonna ha infatti appena ricevuto l’incarico di chef per l'Italia alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, l'ennesimo evento sportivo dopo due Mondiali e le Olimpiadi di Atlanta.

Oltre a questo, nell'intervista all'AGI racconta il lancio delle nuove padelle professionali Steel Pan, firmate con la designer Carmen Sollo, realizzate con tecnologia “lega su lega” in acciaio, senza alcun additivo chimico. Questa sua nuova iniziativa è stata presentata con un video promozionale dal taglio quasi cinematografico: "Amo la cinematografia, amo gli spot visti in un certo modo. È uscito fuori uno spot un po’ insolito rispetto a quello che vediamo nel mondo della gastronomia - ha spiegato Antonello Colonna - magari si vedono cose più di tradizione, possono essere pure più dirette. Però oggi penso che tutti vogliono vedere attraverso un video certe musiche, certi atteggiamenti e quindi questo spot mi è molto piaciuto. Mi ricorda più delle professioni, più di discipline sportive che di cuochi, e poi anche il cuoco è cambiato, non c’è più la pancia così, l’immaginario collettivo o i luoghi comuni, e cerchiamo di cambiarli. Quindi io sono un po’ un fautore, ho rotto un po’ il ghiaccio su questi luoghi comuni”.

Atleti e professionisti nella pubblicità

Gli chiediamo cosa pensi del fatto che molti atleti, oggi, si prestano sempre più spesso alla pubblicità, come accaduto di recente con Jannik Sinner. Colonna non ha dubbi: “Sì, ormai si fanno delle scelte. Adesso, per esempio, viene utilizzata anche la musica con le colonne sonore. Prima potevano essere anche sconosciute, oggi invece i grandi artisti italiani stanno rappresentando o grandi gruppi istituzionali per sensibilizzare attraverso la loro musica. Il fatto che un professionista, un attore, un’attrice, un grande atleta possa rappresentare il cibo per noi funziona. Noi siamo contenti, io non sono geloso, anzi posso essere anche orgoglioso. Nel raccontare il piatto, nel raccontare il cibo, magari siamo più bravi noi”, ha aggiunto sorridendo.

Il 'Made in Italy' è uno stile di vita

Il discorso si sposta sul Made in Italy, concetto oggi sostenuto anche da un Ministero dedicato. Colonna rivendica di essersene occupato in tempi non sospetti: “Sono molto al corrente di questa iniziativa con l'apposito Ministero, sono stato un fautore di questo, sono stato incaricato di parlarne in tempi non sospetti. Io lo dico in due parole: il Made in Italy è uno stile di vita, quindi non è un’etichetta. Uno mette l’etichetta Made in Italy oppure Made in Corea, Made in altre parti, ma non è solo questo, altrimenti lì cadiamo in un artigianato di produzione. Il Made in Italy è uno stile di vita che parte dall’Ottocento e arriva ad oggi. Quindi è quello che dobbiamo mantenere e tutelare. Con tutto rispetto per gli spaghetti al pomodoro, parliamo di uno stile. È lo stile Italia nella sua globalità".

Il ruolo di chef alle Olimpiadi

Uno stile che Colonna porterà anche alle Olimpiadi, notizia ufficiale nelle ultime ore e di cui parla con AGI: "Sono un veterano dello sport. Forse mi hanno chiamato come possono chiamare un allenatore di calcio della mia età per vincere lo scudetto. Sono reduce dai Mondiali di Italia ’90, USA ’94 e dalle Olimpiadi di Atlanta 1996. Metterò in campo la mia esperienza, il mio sarà un ruolo fuori pista. Mi piace definirlo così perché Milano è famosa per i vari Fashion Week, Fashion Design, Wine Week. Però poi c'è anche il Fuori salone, che in questo caso con me diventa il Fuori pista".

Racconta un aneddoto sull'Expo del 2015: "Io non ero nel padiglione Italia, però rappresentavo l’Italia da piazza della Scala. Sarà importante anche approcciare con il giusto stile: mi vestirò bene, stile italiano, sartoria napoletana, scarpe artigianali e tutto il resto. Le mie Olimpiadi avranno lo stile italiano”.

Il calcio, i buongustai e il curling

Quando gli chiediamo dello sportivo per il quale vorrebbe cucinare racconta un aneddoto del calcio, suo grande amore: “Nel calcio c’erano grandi atleti, ma anche veri buongustai. Anche perché nel calcio la rosa può essere di 25-26 calciatori e non tutti giocano. Per esempio ai Mondiali c’erano tre portieri: quello che mi dava più soddisfazione, perché giocava di meno, era Tacconi. Lui giocava di meno, ma era un buongustaio. Era il terzo portiere, quindi la sera difficilmente andava in panchina e ci divertivamo a cucinare".

Tornando alle Olimpiadi se la cava con la sua inconfondibile ironia: "Mi farebbe piacere cucinare per chi fa la disciplina del curling. Trovo, spero di non fare una gaffe, che non abbiano bisogno di grandi energie. Tutto sommato anche se mangiassero un po’ di cacio e pepe in più non gli farebbe male. Diverso sarebbe per la discesa libera".

Cucina e calcio: che piatto è la Roma?

Il suo cuore romanista è noto: "Che piatto è la Roma di Gasperini? È un po’ di tutto. Io amo il calcio, al di là di essere romanista. Mi sento un calciofilo. Vedo tutte le partite, qui dietro c’è uno schermo che al di là dei meeting serve per vedere il calcio. Parafrasando la cucina, è come chiedermi cosa voglio cucinare oggi… La cucina è quella, il calcio è quello. Da 100 anni si gioca il calcio, il campo è sempre quello, i calciatori sono 11, l’arbitro è 1, a parte il VAR. Le regole sono sempre quelle. Un allenatore moderno però può fare tante belle cose. Intanto uno scudetto fatecelo vincere con Gasperini. Al massimo se non riesce ne troveremo un altro”, dice ridendo.

Dybala? Piatto con sfumature, puoi fare la scarpetta

Dybala è il piatto più attento, con tante sfumature - spiega invece sul giocatore simbolo dei giallorossi - Dybala rappresenta la complessità di un piatto. Non ho detto che è complicato, attenzione. La complessità in cucina è un'altra cosa. Per farvi capire quando Dybala fa bene è come un piatto che viene fuori veramente bene, ci si diverte. Si può fare anche la scarpetta con Dybala”, conclude con un sorriso.

 

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